Giudice di Pace: il presidente del Consiglio Comunale risponde a Michele Pais
Il Consigliere Pais, come spesso accade, sbaglia bersaglio e mi costringe, ancora una volta, a respingere al mittente illazioni e responsabilità che non competono alla mia persona e al ruolo che rivesto. Per ripristinare la verità sulla questione della richiesta di convocazione del consiglio comunale sul tema giudice di pace, voglio specificare che: la data proposta da cinque consiglieri dell’opposizione era quella prefestiva del 24 aprile. Come il capogruppo del Pdl e primo firmatario della richiesta ben sa, anche perche’ mi sono fatta carico di informarlo puntualmente, la data indicata non e’ – mio malgrado – quella praticabile in quanto il sindaco si trova fuori città, per motivi istituzionali.
È stata mia cura contattare i capigruppo per condividere una soluzione che garantisse la legittima esigenza di conoscere le azioni che l’amministrazione sta predisponendo per mantenere il servizio del giudice di pace in città. Tema, tra l’altro, che ho sollecitato in tempi non sospetti con una mia ferma presa di posizione indirizzata all’amministrazione comunale in attuazione di un ordine del giorno unitario a difesa dell’ufficio del giudice di pace e della sezione distaccata del tribunale, come deliberato dal Consiglio Comunale all’unanimita’. Una posizione unitaria che non ha visto, in quella occasione, l’apporto del consigliere Pais, assente. A supporto della impraticabilita’ della convocazione per il 24 aprile, diversi capigruppo mi hanno segnalato tra l’altro l’inopportunità di riunire il consiglio in quella data per via delle numerose assenze che si sarebbero verificate in una giornata prefestiva. A questo punto ho proposto che fossero loro stessi ad incontrare il sindaco, e successivamente riferire e informare i consiglieri tutti. La data individuata per l’incontro, vista l’urgenza e l’importanza del tema, e’ il 26 aprile.
Sono sicura che nessuno dei capigruppo (o loro delegati) mancherà e sono altrettanto certa che tutti concorderanno sulla necessità di concentrare le forze per ottenere il risultato, al di la’ delle sterili e ormai routinarie prese di posizione strumentali di qualche isolato consigliere.