Orrore in Cile: un neonato bruciato vivo perché ritenuto l’Anticristo
Un bambino di appena tre giorni bruciato vivo per evitare la fine del mondo. È quanto è accaduto a Colliguay, in Cile, dove la polizia ha compiuto l’orribile scoperta. I resti carbonizzati del neonato sono stati ritrovati e quattro persone sono state arrestate. Avrebbero ucciso in questo modo il bambino perché il leader del gruppo credeva fosse l’Anticristo. Per questo motivo andava sacrificato per scongiurare la fine del mondo. Il delitto, secondo quanto riportano diversi media, sarebbe avvenuto lo scorso 21 novembre: il bambino aveva solo tre giorni di vita quando è stato portato su una collina ed è stato gettato in un falò accesso appositamente per sacrificarlo. Sua madre, una donna di 25 anni, avrebbe fatto parte della setta e avrebbe autorizzato il massacro. Sarebbe una delle quattro persone arrestate dalla polizia.
La bocca tappata per evitare che gridasse – Secondo quanto ha raccontato il detective Miguel Ampuero della polizia cilena, il bebè sarebbe stato gettato nudo nelle fiamme e prima del compimento del gesto la setta gli avrebbe tappato la bocca con del nastro adesivo per evitare che gridasse. L’hanno messo su un tavolo, hanno invocato gli spiriti e poi l’hanno gettato vivo nel fuoco. Della setta che ha compiuto il crimine farebbero parte, secondo quanto affermato dalla polizia, diversi professionisti. Tutti erano laureati. E, da quanto è stato reso noto dalla polizia, il leader che ha deciso di sacrificare il piccolo ritenuto l’Anticristo avrebbe prima acquistato in Perù un certo quantitativo di ayahuasca, un allucinogeno naturale da somministrare ai suoi adepti durante i loro riti.
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