Psicologia ospedaliera, a Sassari il primo convegno dell’isola

Clinici da tutta la Sardegna, ma anche relatori da Roma e Milano, si sono riuniti per condividere le esperienze e riflettere sulle terapie.

Supporto psicologico in ospedale, spazi di riflessione e formazione per i medici, comunicazione di bad news. Sabato scorso, a Sassari, il primo convegno di psicologia ospedaliera nell’isola: clinici da tutta la Sardegna, ma anche relatori da Roma e Milano per condividere le esperienze e riflettere sulle terapie. Una bambina di 8 anni, caduta nell’acqua calda, che vede la pelle della sua mano staccarsi, non riesce a capire perché e si rivolge al medico chiedendo aiuto. I casi di ustione sono fra quelli più indicativi del disagio nell’accettare un trauma.

Perché spesso lasciano nel corpo “un ricordo indelebile” da elaborare – racconta Maria Alba Posadinu, direttrice dell’unità ustioni di Sassari. Un ricordo che va accolto anche quando si diventa inguardabili per sé e per gli altri. E lì, per un medico, usare le parole che curano è molto difficile. Anche a questo può essere utile la psicologia ospedaliera, un servizio che all’Ospedale SS. Annunziata di Sassari, la prima struttura dell’isola, è ormai una realtà radicata da più di un anno, come è emerso durante il Convegno. Nonostante le difficoltà.

Il commissario straordinario della Asl locale Agostino Sussarellu è stato costretto di recente ad una notevole riduzione di organico, “che poteva essere addirittura maggiore” – ha confessato. Ma la disponibilità dimostrata a Sassari “non c’è dappertutto” ammette la presidente dell’Ordine regionale degli Psicologi Angela Quaquero. Che ha aggiunto: “Questi convegni devono avere un esito politico. La psicologia deve essere inserita nelle reti, nelle direttive e negli atti aziendali.”

Spesso manca proprio il riconoscimento dell’utilità di questo lavoro, che si occupa non tanto del dolore fisico, ma sempre della sofferenza del paziente. E non è un problema circoscritto alla regione Sardegna. Anche in realtà consistenti come quella del Policlinico Gemelli, la psicologia è considerata, nel pronto soccorso, solo in una subunità di crisi – ha raccontato Lucia Bernardini dell’ospedale di Roma. Dal Niguarda di Milano, invece, Riccardo Biella ha esposto una ricerca su quanto sia fondamentale nella cura del paziente un’attitudine positiva che il personale rischia di perdere, se poco supportato.

Lo psicologo deve affiancare i medici, perché ad un problema fisico spesso si accompagna (o segue) un problema interiore. Perché il paziente è uno e deve essere trattato come una persona e non segmentato nelle varie patologie. “Difficile abbattere gli steccati, dove ci sono come a Sassari 26 professioni sanitarie” – dice Sussarellu. L’obiettivo è comunque integrare le varie competenze perché il paziente dal caos dell’arrivo in ospedale possa poi arrivare a sentire la struttura come casa propria – spiega il direttore della struttura di Sassari, Fabrizio Demaria. A Nuoro si aprono intanto spazi anche per il personale sanitario, come ha raccontato Luca Deiana, psicologo dell’Asl, andando al di là delle procedure codificate tanto care all’assessore regionale Luigi Arru.

Ad Alghero, finché sono stati presenti nel reparto di Nefrologia, gli psicologi sono stati centrali. “Per i pazienti dializzati, il rapporto con il medico e con i macchinari è sempre più pressante nel proseguo della malattia – ha raccontato il responsabile Leopoldo Di Lauro -. Nell’anno in cui sono stati con noi gli psicologi, ho visto i pazienti aspettare con ansia la loro figura.” A Ozieri invece spesso i pazienti rifiutavano l’aiuto psicologico, sentendosi additati come pazzi. Così si è scelto di “integrare lo psicologo nel team del medico”, ha rivelato Alessandro Tucconi, direttore dell’unità di medicina interna. Che ha anche riferito i risultati di alcuni studi secondo cui i pazienti che seguono una psicoterapia hanno risultati clinici migliori. E anche i medici potrebbero beneficiare direttamente dell’aiuto dello psicologo: “per darci più fiducia, più calma – ha spiegato Di Lauro – e riuscire a dosare bene il nostro intervento”.

Domenico Mussolino, 27 Ottobre 2015