Slackline a Capo Caccia, Wwf e Lipu d’accordo con la denuncia
Gli ambientalisti ritengono inammissibile che ecosistemi fruibili con particolare attenzione in quanto delicati e fragili come le falesie del parco regionale di Porto Conte possano essere stati utilizzati in maniera impropria.
Le associazioni ambientaliste Wwf e Lipu esprimono apprezzamento per l’opera svolta dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Sardegna che ha contestato al protagonista di una perfomance di slackline il reato di deterioramento di habitat in area protetta lungo le falesie rocciose del Promontorio di Capo Caccia, nel Parco regionale di Porto Conte e nell’Area Marina protetta di Caccia-isola Piana.
Il protagonista della performance avrebbe perforato il calcare per posizionare piastrine e bulloni di ancoraggio per estendere una fettuccia tra la falesia di Capo Caccia e l’isolotto della Foradada per eseguire un esercizio di equilibrismo. L’attività, stando alla denuncia del Corpo Forestale, si è svolta senza le autorizzazioni dell’ente gestore del parco regionale e senza che venisse acquisito il parere vincolante di compatibilità ambientale da parte del Servizio Savi della regione Sardegna.
Le associazioni ambientaliste Wwf e Lipu ricordano che l’area interessata dalla perfomance di slackline è un’area particolarmente protetta inserita nel Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale per la presenza di flora endemica e la nidificazione di uccelli rari o a rischio di estinzione come l’uccello delle tempeste, le berte maggiori, il gabbiano corso e il falco pellegrino. Le associazioni ambientaliste Wwf e Lipu stanno dalla parte degli animali selvatici.
Le associazioni ambientaliste Wwf e Lipu ritengono inammissibile che ecosistemi fruibili con particolare attenzione in quanto delicati e fragili come le falesie del parco regionale di Porto Conte possano essere stati utilizzati in maniera impropria e colpisce negativamente che taluni possano pensare di poter utilizzare un ambiente naturale senza sentire il bisogno di dover consultare preventivamente le istituzione locali preposte alla tutela della natura per il rilascio o diniego motivato delle autorizzazioni alle attività che si vorrebbero intraprendere.