Riconoscimento internazionale per una ricercatrice sassarese
Lucia Emma Delogu coordinerà un gruppo di ricerca che coinvolge sei università (compresa quella di Sassari) e istituti di ricerca tra Italia, Francia, Germania, Turchia e Regno Unito. Il progetto ha come obiettivo finale l'utilizzo del grafene in medicina e le applicazioni terapeutiche di questo nano materiale versatile.
Una ricercatrice dell’Università di Sassari coordinerà un progetto internazionale di ricerca che ha come obiettivo finale l’utilizzo del grafene in medicina e le applicazioni terapeutiche di questo nano materiale versatile costituito da un singolo strato di atomi di carbonio, dalle enormi potenzialità nel campo della salute. Lucia Gemma Delogu, ricercatrice a tempo determinato del Dipartimento di Chimica e Farmacia, sarà a capo di un gruppo di ricerca che coinvolge sei università (compresa quella di Sassari) e istituti di ricerca tra Italia, Francia, Germania, Turchia e Regno Unito.
G-immunomics è il nome del progetto che ha ottenuto un sostanzioso finanziamento nell’ambito della call competitiva internazionale Flagera 2015: in tutto sono oltre 990mila euro, che in gran parte andranno proprio all’Università di Sassari. Solo un altro progetto italiano, tra i 13 a livello europeo che hanno ottenuto una valutazione positiva, è stato ritenuto meritevole di un finanziamento in posizione di coordinamento. G-Immunomics ambisce ad aprire la strada allo sviluppo di nuove nanotecnologie che contribuiranno al superamento delle sfide sociali europee: qualità di vita migliore per le popolazioni che invecchiano e nuovi approcci nel trattamento di patologie gravi come il cancro.
«L’obiettivo futuro dello studio è quello di sviluppare un nanomateriale, basato sul grafene, che abbia proprietà terapeutiche e sia, ad esempio, adatto a rilasciare i farmaci unicamente nella sede di interesse– spiega la dottoressa Delogu –Possibili applicazioni potrebbero essere per nuove chemioterapie più mirate e quindi con minori effetti collaterali». Altre possibilità che il gruppo intende esplorare sono legate all’utilizzo del grafene come mezzo di contrasto in risonanza magnetica e in altri esami radiologici diagnostici.
Prima di tutto, è necessario verificare la eventuale tossicità del grafene, in particolar modo l’impatto sul sistema immunitario. «G-Immunomics fornirà una visione completa della risposta immunitaria ai differenti tipi di grafene da parte di diversi organismi (tra cui uomo “ex vivo”, topi e nematodi) e permetterà di aggiungere elementi chiave alla valutazione della sicurezza della nuova tecnologia» – continua Lucia Delogu – «Potranno emergere potenziali bioNanomarcatori patogenici (geni, micro Rna, proteine) associati con l’esposizione al grafene. Selezioneremo nanomateriali altamente biocompatibili, adatti ad applicazioni mediche che implichino il contatto diretto con il sangue».
Fanno parte del gruppo di ricerca guidato da Lucia Delogu il prof. Maurizio Prato (Università di Trieste), il dott. Alberto Bianco (CNRS di Strasburgo), la dott.ssa Acelya Yilmazer (Università di Ankara), il prof. Bjorn Schumacher (Uniklinik Köln / Institute Cologne), il prof. Kostas Kostarelos (Università di Manchester).
Lucia Gemma Delogu, biochimico, è nata a Sassari 33 anni fa e si è laureata nell’ateneo turritano, dove oggi lavora all’interno del Dipartimento di Chimica e Farmacia con il professor Francesco Sgarrella. Prima di rientrare in Sardegna, ha trascorso un lungo periodo alla University of Southern California a Los Angeles. Ha tenuto diversi seminari in Italia e all’estero sulle sue linee di ricerca inerenti le bionanotecnologie. Recentemente, è stata selezionata come Visiting professor di alto profilo dalla Technische Universität Dresden e ha supportato nuovi accordi tra l’Ateneo sassarese e quello tedesco all’interno del programma di mobilità internazionale Eeasmus+. Nel 2012 il suo lavoro su un altro nano materiale a base di carbonio, i nanotubi, ed il loro potenziale utilizzo come mezzo di contrasto, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale “Proceedings of the National Academy of Sciences-Pnas”.
Con questo progetto, l’Università di Sassari entra nel Consorzio europeo del Graphene Flagship (graphene-flagship.eu/), finanziato complessivamente con un miliardo di euro e ricompreso all’interno del grande progetto della Commissione europea Horizon 2020.