«Abbattiamo gli steccati e creiamo dialogo e confronto»
Il sindaco di Sassari Nicola Sanna interviene sulla vicenda della scuola che ha detto no alla visita pastorale dell'arcivescovo. «se integrazione vuol dire rispetto e ricerca della conoscenza del prossimo, con questo gesto a me sembra si faccia un passo nella direzione contraria»
«Sono sorpreso e non condivido affatto la scelta del consiglio dei docenti della scuola primaria di San Donato di dire no alla visita pastorale dell’arcivescovo di Sassari. Quell’istituto che, con la grande presenza di bambini di varie nazionalità, ha dimostrato di essere un esempio di integrazione. E se integrazione vuol dire rispetto e ricerca della conoscenza del prossimo, con questo gesto a me sembra si faccia un passo nella direzione contraria». Commenta così il sindaco di Sassari Nicola Sanna la notizia apparsa oggi su tutti gli organi di informazione, locali e nazionali, della scuola sassarese che ha deciso di non far svolgere l’incontro prenatalizio con il vescovo padre Paolo Atzei.
«Credo – prosegue il primo cittadino – che la visita pastorale sia uno dei tanti riti di vicinanza che dimostri la volontà di incontrare, conoscere e ascoltare il prossimo e che non presupponga una scuola confessionale quanto una scuola aperta a tutti. La visita, pertanto, serve non tanto a parlare con se stessi ma come momento di socialità».
Secondo il sindaco Nicola Sanna in questo periodo «non abbiamo bisogno di gesti che tendono a inasprire gli animi quanto momenti di confronto e di comprensione gli uni degli altri. Abbiamo un Papa che si reca in Africa, in luoghi in cui parlare di fede è diventato pericoloso. E mentre Lui abbatte gli steccati noi qui alziamo muri».
«Mi auguro che gli insegnanti rivedano questa scelta – aggiunge ancora – e anzi, proprio in virtù del fatto che l’istituto è stato esempio di integrazione, invece di apporre un rifiuto si solleciti la visita di altre professioni religiose, così da creare occasioni di dialogo e confronto e dare ai bambini la possibilità di conoscere. Offrire strumenti per un’analisi critica e per un arricchimento culturale. Quello che la scuola deve fare», conclude Nicola Sanna.