Orrù scrive alla preside dell’Istituto San Donato: «è stata faziosa, si dimetta»
Marcello Orrù, vicepresidente della Commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio Regionale invia una lettera alla preside della scuola che ha detto no alla visita pastorale dell'arcivescovo di Sassari
Marcello Orrù, vicepresidente della Commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio Regionale invia una lettera alla dirigente della scuola primaria San Donato di Sassari e per conoscenza al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Francesco Feliziani in merito alla vicenda della visita agli studenti negata al vescovo di Sassari. La riportiamo integralmente.
La scelta adottata dalla scuola primaria San Donato di Sassari, da lei diretta, di negare al Vescovo di Sassari Mons. Paolo Atzei la tradizionale visita all’istituto per la benedizione natalizia è un fatto gravissimo e che non può essere tollerato. La sua decisione, faziosa e incurante del rispetto dei ragazzi e delle loro famiglie, segue la scia di altre scelte similari fatte da alcuni presidi di altre regioni che hanno vietato di fare il presepe a scuola per le stesse identiche motivazioni. Ma la sua è ancora più grave: innanzitutto perchè la scuola che lei dirige non è casa sua e non può essere utilizzata a suo libero piacimento per campagne politiche e ideologiche contro la religione cattolica. Viene dato un messaggio sbagliato innanzitutto agli stessi studenti che sono indotti e pensare che l’ integrazione debba corrispondere ad una rinuncia della propria identità a favore di una falsa idea di rispetto per le identità altrui. Si tratta di decisioni di una gravità inaudita. La sua scelta di non aprire la porta al Vescovo inoltre è dannosa per l’immagine della nostra città: Sassari ha una lunga e solidissima tradizione fondata su un fortissimo legale con la Chiesa Cattolica. Oggi la sua decisione ha portato Sassari alla ribalta nazionale per un caso isolato e generato da una presa di posizione minoritaria e non condivisa dalla stragrande maggioranza dei nostri concittadini, legatissimi al culto della Madonna delle Grazie e alla chiesa turritana. Il nostro Paese sta vivendo un periodo molto complesso e per tante famiglie colpite dalla perdita del lavoro e dalla crisi che non accenna a finire, il Natale e il messaggio cristiano insito in tale festa , costituisce senz’altro un momento di serenità e speranza. E’ fondamentale che il significato di questa Festa sia trasmesso alle giovani generazioni in tutta la sua grandezza. Io ritengo che questo compito, importantissimo, non spetta solo alle famiglie ma anche alla Scuola intesa come istituzione nazionale che contribuisce alla crescita e alla trasmissione dei valori ai nostri figli. Valori come l’identità nazionale, l’orgoglio per le tradizioni culturali e storiche del nostro Paese. Sono convinto che una parola di conforto e di pace rivolta dal vescovo Paolo Atzei prima del Natale agli studenti , sarebbe stata utile (anche a lei probabilmente) e ben accolta dagli stessi ragazzi stranieri che frequentano l’istituto e dalle loro famiglie. Negli ultimi anni da più parti sono giunte iniziative che hanno mirato a sminuire il valore del Natale accompagnate da incomprensibili proposte di togliere nelle scuole ogni simbolo religioso, dal crocifisso al presepe. Ora la vostra scuola chiudeaddirittura le porte al massimo rappresentante della chiesa sassarese a causa di una falsa idea di laicità. E’ un gravissimo errore che può essere dettato solo dalla percezione di guidare un istituto scolastico come se si stesse gestendo la propria abitazione: professoressa, la scuola San Donato non è di sua proprietà. Lei ha mancato di rispetto non soltanto al vescovo ma sopratutto agli studenti e alle loro famiglie. Lei ha deciso autonomamente di rifiutare una benedizione da parte del vescovo, io ritengo invece che oggi più che mai sia indispensabile rafforzare nelle scuole il significato di una Festa che è simbolo di forti valori tradizionali e di ideali che rafforzano le radici cristiane della nostra cultura. Le tradizioni e l’identità culturale di un popolo sono fondamé senza ricordare, rispettare e vivere le nostre tradizioni e la nostra identità nazionale viene davvero difficile comprendere le identità di chi ha valori e culture differenti dalla nostra. La gravità di quanto accaduto, professoressa Mercuri, non può rimanere senza conseguenze: lei dovrebbe rassegnare immediatamente le sue dimissioni perchè ha sbagliato e ha dimostrato di non agire nell’interesse di tutti gli studenti e delle loro aspirazioni. In caso contrario dovrebbe essere il Ministero a destituirla dal suo incarico perchè per guidare una scuola serve poca ideologia e molto buonsenso. Mi pare che in questa vicenda siano venute da parte sua entrambe le condizioni.
Marcello Orrù