Sassari: nasce la prima società per gli studi sul cadmio

E’ nata la prima Società internazionale per gli studi sul cadmio: “International Society for research on cadmium toxicity” (ISRCT), con sede all’Università degli Studi di Sassari. Come recita lo statuto, l’Associazione senza fini di lucro ha come scopo istituzionale “la promozione e l’incremento della ricerca e della conoscenza del cadmio in riferimento ai campi biologici e sanitari e di promuovere lo scambio culturale  tra gli studiosi del settore”.

L’atto costitutivo dell’associazione, firmato ad aprile di quest’anno, è il risultato di un processo iniziato a giugno del 2012 all’Università di Sassari in occasione del “Cadmium Symposium”, un convegno internazionale organizzato da Roberto Madeddu, docente di Istologia nel Dipartimento di Scienze biomediche dell’Ateneo nonché presidente dell’associazione. In quell’occasione, per la prima volta, si sono incontrati esperti internazionali a vario titolo interessati alla ricerca sul cadmio in un un’ottica multidisciplinare: medici in diverse specialità, biologi, chimici da tutto il mondo si sono confrontati per portare un contributo alle conoscenze su questo metallo che, secondo alcuni studi recenti, può essere collegato all’insorgere di alcune patologie. Il cadmio è presente nelle vernici, nelle batterie, nelle sigarette, nelle miniere, nelle acque inquinate. Il rapporto tra il cadmio e i farmaci è da anni al centro dell’interesse del professor Madeddu e dei suoi collaboratori, che studiano anche possibili correlazioni tra il cadmio, alcune patologie neurodegenerative e tumorali (cancro alla prostata, al pancreas, alla tiroide, al polmone). “Ci concentriamo in particolare sulla SLA e sul diabete, molto diffusi in Sardegna – spiega il professor Madeddu – Si tratta comunque di correlazioni che devono essere ancora studiate in profondità”.

La Società internazionale per gli studi sul cadmio sarà presieduta per i prossimi tre anni da Roberto Madeddu; vice presidente Andrea Hartwig dall’ Università di Karlsruhe (Germania); segretario è  Jean-Marc Moulis (University Joseph Fourier, Grenoble, Francia). Del  consiglio direttivo fanno parte insigni studiosi provenienti da Belgio, Austria, Germania, Polonia. Vi sono richieste di adesioni da tutte le nazioni europee oltre che da Stati uniti, Cina, India, Brasile, Turchia. In Oriente, in particolare in Cina e Giappone, gli studi sul cadmio rivestono grande interesse da quando, a seguito dell’inquinamento delle risaie durante la seconda Guerra mondiale, si è sviluppata la sindrome di “Itai Itai”.

“L’auspicio è quello di raggruppare i migliori studiosi di tutti i campi (botanica, veterinaria, agraria, biologia, medicina) per metterli al servizio della ricerca sulla tossicità del cadmio, con l’obiettivo ultimo di migliorare la salute, l’ambiente e la vita dei cittadini – continua Roberto Madeddu – Inoltre, vogliamo avere rapporti diretti con il territorio, le istituzioni, le associazioni di categoria”. Il prossimo Cadmium Symposium potrebbe essere organizzato già l’anno prossimo, probabilmente ancora una volta all’Università di Sassari, dove l’intero progetto ha preso forma grazie anche alla disponibilità del Rettore Attilio Mastino e del Dipartimento di Scienze biomediche.

10 Maggio 2013