Pace e multiculturalità: Provincia e Rondine nelle scuole
«Formare i sardi di domani e metterli nelle condizioni di operare da protagonisti, con consapevolezza e adeguati strumenti cognitivi, per la pace e lo sviluppo dell’area euromediterranea, all’interno della quale la Sardegna fa da ponte tra due mondi ancora troppo distanti». Nelle parole del presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, è riassunto l’ambizioso obiettivo dei nuovi progetti attraverso cui si rinsalda l’alleanza con Rondine, il borgo medievale in Provincia di Arezzo che l’omonima associazione no profit ha ribattezzato come “Cittadella della Pace”, eleggendolo come sede permanente dello studentato internazionale, dove giovani di tutto il mondo provenienti da territori in conflitto imparano la pace e il confronto attraverso una straordinaria esperienza di convivenza.
Provincia e Rondine sono reduci dalla positiva esperienza di “Sponda Sud”, attraverso la quale un gruppo di neolaureati sardi ha potuto completare con uno stage a Rondine un percorso di formazione che li ha messi a confronto con i loro coetanei della sponda sud del Mediterraneo, protagonisti della “Primavera araba” e dei grandi mutamenti sociali e culturali in atto. Alcuni delle esperienze maturate dai giovani sardi, professionisti nei settori più disparati, reclutati dalla Provincia di Sassari e da Rondine in veste di ambasciatori del territorio, sono state al centro di un incontro che si è tenuto ieri nella sala Giunta del palazzo della Provincia, al quale hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, il presidente di Rondine, Franco Vaccari, il presidente della Camera di Commercio di Sassari, Gavino Sini, e l’assessore provinciale delle Politiche comunitarie e internazionali, Enrico Daga. È stata quella l’occasione per annunciare congiuntamente che il processo avviato dall’amministrazione provinciale per fare dell’isola, e del Nord Ovest Sardegna in particolare, la “Terra dell’Amicizia”, ora farà tappa nelle scuole. «Lavorare con le scuole significa educare i più giovani al concetto di pace e al rispetto delle diversità culturali», ha spiegato Franco Vaccari. «Da quando l’Italia si è trasformata da Paese di emigrazione a Paese di immigrazione – ha detto il presidente di Rondine – la scuola è diventato il luogo naturalmente deputato alla sperimentazione della multiculturalità».
I numeri relativi agli inserimenti scolastici parlano chiaro. L’isola ospita 36.853 cittadini stranieri a fronte di una popolazione totale di 1.675.411 abitanti. Le comunità più numerose provengono da Romania, Cina e Marocco. Naturale conseguenza di questa immigrazione è una crescita evidente di presenze straniere nelle scuole sarde. Nelle 3.688 classi della scuola primaria nell’anno scolastico 2010-2011 si sono seduti 66.081 alunni, dei quali 1.499 provenienti da altri Paesi; nella scuola secondaria, che ha ospitato 45.136 alunni in 2.262 classi, 1.035 erano stranieri.
«È in questo contesto che Provincia di Sassari, Rondine e gli altri partner intendono intervenire per diffondere il concetto di pace e di rispetto delle diversità culturali», ha spiegato Enrico Daga. «Partendo da qui la Sardegna deve acquisire una nuova consapevolezza del ruolo che le spetta – aggiunge l’assessore provinciale – come hub delle politiche di cooperazione in ambito euromediterraneo, dalle quali possono scaturire per l’isola nuove e grandi opportunità di sviluppo». Un concetto su cui concorda anche Gavino Sini. «In questo modo favoriamo l’acquisizione da parte dei più piccoli – afferma il presidente della Camera di Commercio – di una nuova visione, più ampia, dell’ambito culturale, economico e sociale in cui vivono».