Gli operai di Alcoa: Non fateci perdere la ragione di vivere
Dopo aver bloccato l’aeroporto di Elmas, gli operai di Alcoa sono riusciti, ieri, ad entrare nel porto di Cagliari, nonostante un consistente cordone di poliziotti in assetto antisommossa: spintoni, attimi di esasperazione e tuffi nelle acque di attracco riservato ai traghetti, nel tentativo di impedire lo sbarco ai passeggeri della nave Tirrenia. Al momento si fa sempre più strada il pericolo della chiusura dello stabilimento di Portovesme, una eventualità di forte preoccupazione per gli operai dell’azienda in stato di preallarme per salvaguardare ad ogni costo lavoro, occupazione e sviluppo. Il deputato sardo Mauro Pili (Pdl) ha scritto al Presidente Napolitano perché “intervenga a scongiurare la fermata degli impianti e la chiusura dello stabilimento”.
Per il Presidente Cappellacci e l’assessore all’Industria, Alessandra Zedda “la Sardegna é in stato di allerta sociale e istituzionale. Siamo arrivati a un momento cruciale di questa vertenza durante il quale é fondamentale che l’impegno di tutti i rappresentanti istituzionali, dai Consigli Comunali, al Mise, fino a palazzo Chigi, insieme alle forze sociali, sia indirizzato a promuovere tutte le azioni finalizzate a concretizzare nuove manifestazioni di interesse e favorire il passaggio dello stabilimento di Portovesme nelle mani di un altro soggetto. Tutta la Sardegna – proseguono Cappellacci e Zedda – é accanto agli operai e alle loro famiglie. É necessario che il Governo spenda identico impegno e, congiuntamente alle forze politiche e sociali dell’isola, affronti con determinazione questa delicatissima fase della vertenza. Alcoa mantenga gli impegni e adotti una linea di condotta che sia lealmente funzionale a portare a buon fine le trattative”.