L’aumento dell’Iva costerà 135 euro a famiglia
Come ormai ben saprete, dal primo di luglio scatterà l’aumento dell’Iva, che dunque passerà dal 21 al 22 percento. Un’imposta, cadenzata dalla tabella del Governo Monti, che, secondo uno studio di Confcommercio, costerà ad una famiglia composta di 3 persone in media circa 135 euro all’anno. Un ulteriore aggravio che potrebbe dunque deprimere ancor di più i consumi e che rischia di far sparire, entro la fine del 2013, circa 26mila negozi al dettaglio. A lanciare l’allarme, come detto, l’ufficio studio di Confcommercio che ha rivisto la previsione del saldo natalità-mortalità delle imprese del commercio al dettaglio alla luce del possibile nuovo scatto dell’imposta sui consumi e soprattutto in considerazione del fatto che l’adeguamento dell’aliquota base dell’Iva investe circa il 70% dei consumi totali.
Resta da capire in che modo deciderà di intervenire il Governo Letta, alla luce della constatazione del fatto che si tratta di un provvedimento che rischia di gravare soprattutto sui ceti meno abbienti, già duramente provati dalla recrudescenza della crisi economica. Già qualche mese fa si era ipotizzato di scongiurare tale aumento attraverso la ricerca di soluzioni di finanziamento alternative, tuttavia è chiaro che si tratterebbe di provvedimenti da impostare con la massima celerità, per evitare un semplice “spostamento” in avanti, come avvenuto ad esempio per lo stop alla rata Imu di giugno.
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