“Inesorabile smantellamento dei Servizi Sanitari ad Alghero”
Dopo i numerosi disagi sopportati in questi cinque mesi dai pazienti del Servizio di Diabetologia, pensavamo che fossero gli ultimi di una lunga serie che gli utenti di Alghero e del suo territorio avrebbero dovuto sopportare, evidentemente abbiamo peccato di troppo ottimismo nel pensare che da parte Sua e di quanti sono preposti a garantire l’efficienza dei Servizi Sanitari di Alghero, ci fosse una maggiore attenzione, ora siamo costretti a segnalare, ancora una volta, delle ulteriori gravi inefficienze.
Con questa lettera denuncia, vogliamo accendere una luce su un altro grave disagio, quello dei malati e degli operatori del reparto Oncologia dell’Ospedale Civile di Alghero, in questo momento con due soli medici in servizio, dopo l’andata in pensione del Dott. Trova. Due medici per circa 1000 pazienti, costretti a lavorare anche dodici ore al giorno per garantire le condizioni minime d’assistenza che nel caso dei pazienti oncologici è contraddistinta da una spiccata complessità, giacché la malattia tumorale per sua natura degenerativa, ha bisogno di molta attenzione non solo sotto all’aspetto terapeuticoassistenziale ma anche sotto l ‘aspetto psicologico dei malati.
Non si può ancora far reggere un reparto così importante, solo sullo spirito di servizio e sull’etica del personale che deve garantire, l’assistenza ambulatoriale, le sedute chemioterapiche, le visite, oltre alle urgenze e tutto ciò che questa patologia comporta. I pazienti oncologici vessati, che costretti a combattere ogni giorno contro la malattia, non hanno la forza di “combattere contro i muri di gomma” delle istituzioni, alle quali si rivolgono per ottenere le condizioni minime di assistenza e per reclamare un po’ di dignità per chi lotta ogni giorno per sopravvivere.
Per questo vogliamo chiamare in causa la Dirigenza dell’ASL N.1 di Sassari, l ‘Assessore Regionale alla Sanità, i nostri rappresentati regionali e comunali oltre alle Associazioni, ed in particolare Cittadinanza Attiva presente anche ad Alghero, che deve difendere i diritti dei malati, invitando tutti ad attivarsi per “trovare le adeguate soluzioni che possano attenuare i disagi di chi già soffre”, ovvero di quelle persone, le più deboli, che, pur impegnate nella lotta al cancro, devono lottare per difendere i propri diritti.
Come se non bastasse, con altrettanta amarezza abbiamo costatato che anche il Servizio di Fisiatria dell’ospedale Marino a decorrere dal 6 maggio non esegue più visite specialistiche per la mancanza di personale medico, infatti, due medici sono stati trasferiti, uno presso il poliambulatorio di Fisiatria dell’Ospedale Conti di Sassari e l’altro presso il Poliambulatorio di via degli Orti di Alghero, ma nonostante ciò anche in questo Poliambulatorio non si eseguono visite specialistiche.
Per quanto riguarda il Servizio di Fisiatria dell’Ospedale Marino va rimarcato che gli appuntamenti per le visite fissati a decorrere da metà febbraio in poi e che sarebbero dovuti essere effettuati dopo il 6 maggio sono stati tutti disdetti telefonicamente dopo che i pazienti hanno aspettato inutilmente per circa tre mesi, molti dei quali avevano già provveduto al pagamento del ticket, e poco importa che agli stessi le venga garantito il rimborso se non riescono a fare la visita. Tutto questo è deplorevole, ed è deplorevole il fatto che sia necessario rivolgersi o agli organi d’informazione o alla Magistratura per reclamare il diritto di ogni cittadino a tutelare la propria salute, ed in particolar modo di coloro che in mancanza di risorse economiche non possono rivolgersi certamente alle strutture private non convenzionate.
Questa volta sicuramente non aspetteremo, certamente, quattro mesi, come per la Diabetologia, per denunciare tali situazioni alle autorità preposte. Un danno, la mancata tutela del diritto alla salute, che gli amministratori non possono più far ricadere sulla collettività. I gravi disagi strutturali, la crisi finanziaria delle Asl, è nota da tempo. Affrontarla, risolverla e garantire i servizi agli assistiti, in particolare agli anziani e alle fasce sociali più deboli, è un dovere. Meno annunci e dichiarazioni pubbliche, più coesione nell’interesse comune dei cittadini e di tutto il territorio aiuterebbe tutti coloro che, della buona sanità pubblica, hanno bisogno.