Concessioni balneari, l’UE verso il no alla proroga automatica

Per Maciej Szpunar, avvocato generale della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, si tratta di «servizi che vanno concessi secondo una procedura di selezione imparziale e trasparente, per una durata limitata e non possono essere oggetto di automatismi».

La proroga automatica della durata delle concessioni balneari è contraria al diritto dell’Ue. Lo sostiene Maciej Szpunar, avvocato generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea: «Si tratta di servizi che vanno concessi secondo una procedura di selezione imparziale e trasparente, per una durata limitata e non possono essere oggetto di automatismi».

Le conclusioni dell’Avvocato generale non vincolano la Corte di Giustizia, ma propongono a quest’ultima una soluzione giuridica. Il rischio tuttavia esiste ed è quindi probabile che le concessioni demaniali delle spiagge per gli stabilimenti balneari scadute dovranno essere messe a gara a livello europeo e avere una durata limitata.

Alcuni gestori di attività turistico-ricreative in alcune aree demaniali marittime in Sardegna, in previsione della stagione balneare 2012, ricostruisce la Corte, hanno presentato richiesta di un formale provvedimento di proroga. Poi, dato il silenzio delle Amministrazioni competenti, hanno avviato le attività, ritenendo di essere legittimati dalla legge. È successo poi che le amministrazioni, non riconoscendo la proroga automatica delle concessioni esistenti, hanno pubblicato gli avvisi per l’assegnazione di nuove concessioni anche su aree già oggetto di concessione. A quel punto i gestori sono ricorsi al TAR Sardegna, impugnando le delibere con le quali erano state implicitamente revocate le loro concessioni.

 

25 Febbraio 2016