«Servizi assistenza, con l“accreditamento” il miglioramento della qualità»

L'opinione di Ombretta Armani, presidente dell'associazione Pensiero felice

Il mondo della disabilità è ricco di acronimi: Set , Sass, Sad, (servizio educativo territoriale, servizio assistenza scolastica specialistica, servizio assistenza domiciliare), sono solo alcuni dei servizi di cui necessitano le persone più deboli, dai minori agli anziani. Per me che da lunghi anni ho intrapreso questo percorso al fianco delle famiglie e delle persone affette da disabilità non è stato semplice entrare in un mondo dove esiste tanta burocrazia, pratiche da espletare, uffici da visitare, e tanta tanta pazienza da conservare.

Oggi si fa un gran rumore per il sistema dell’accreditamento che per i suelencati servizi prevede un albo di società cooperative accreditate alle quali le famiglie possono rivolgersi per vedere attivato il servizio di cui necessitano. Io sono convinta che l’ufficio del piano, Plus (piano locale dei servizi alla persona), nello scegliere questo nuovo e sperimentale sistema si avvarrà di società cooperative che abbiano i requisiti previsti dalla legge regionale per operare in questo settore così delicato, così come sono convinta che gli operatori, che da anni e con professionalità si occupano di assistenza, non possano temere di perdere il loro posto di lavoro.

A noi sta a cuore il benessere dell’utente e anche con i piani personalizzati che funzionano con questo sistema, già attuato dai servizi sociali del comune di Alghero da diversi anni, non ci sono stati problemi per le famiglie, per l’utenza e per gli operatori. Non bisogna dimenticare, infatti che trattandosi di servizi alla persona rientranti tra i livelli essenziali di assistenza, il criterio di aggiudicazione dell’appalto che normalmente tiene conto del prezzo più basso sia il meno idoneo a garantire la migliore erogazione del servizio e la tutela dei diritti umani, sociali e sanitari degli utenti.

Criteri quali il “curriculum” e, quindi, l’esperienza dell’ente erogatore del servizio, la soddisfazione dell’utenza in carico, i risultati ottenuti dagli utenti, il raggiungimento di livelli di autonomia, ovvero il numero di utenti trattati e, quindi, anche il radicamento sul territorio, sono elementi imprescindibili per la valutazione e per l’affidamento del servizio. Con l’“accreditamento” si persegue dunque il miglioramento della qualità. E questo tiene conto delle esigenze degli utenti che richiedono sempre di più servizi personalizzati, flessibili, vicini alle proprie esigenze e che assicurino possibilità di scelta libera e diretta.

L’istituto dell’accreditamento appare più adatto dei classici schemi di appalto a rispondere a queste aspettative. Non dimentichiamo inoltre che la maggior parte delle regioni italiana ha già messo in atto il sistema dell’accreditamento, seppure con metodologie diverse. Infatti la procedura di appalto è per sua natura rigida e non consente di sviluppare e consolidare nel tempo gli aspetti più qualitativi dei servizi. Un sistema di accreditamento invece è caratterizzato dall’obbligo di rispettare requisiti di qualità.

Sarebbe sicuramente importante da parte dell’amministrazione promuovere incontri fra le associazioni del settore, l’ufficio del piano e le società cooperative accreditate per valutare insieme le migliori soluzioni che vedano soddisfatti prima di tutto gli utenti del servizio e non ultimi gli operatori che lavorano in un ambito dove la professionalità deve essere altissima. Parlare però di perdita di posti di lavoro è sicuramente eccessivo, anche perché chi ha ben operato non solo con professionalità ma anche con umanità e capacità di relazionarsi sarà sicuramente riconfermato dalle famiglie stesse.

Ombretta Armani, 2 Marzo 2016