Cambiare pagina e volti si deve e si può
Un amico mi dice da sempre che Alghero è una Città democristiana e moderata; chi volesse cambiarne i destini deve entrare nel ‘Palazzo’ da vincitore, alleandosi con le forze di destra, anche a costo di scendere a patti con il diavolo; il che non significa rinunciare alle proprie convinzioni, ma cercare e coltivare le sintesi, (ovvero le alleanze ed i compromessi, strategiche le prime e compatibili con il bene comune i secondi), che ti consegnino le chiavi di via Columbano. Lui crede talmente in questo assunto, che non ha esitato ad utilizzare il proprio patrimonio di esperienze e di idee per collocarsi in un ambito che nel più recente passato ha vinto la battaglia strategica per la defenestrazione del Sindaco, ma che aveva nel contempo il dovere di chiarire alla Città le credenziali vantate per la dichiarazione di guerra, base e contributo fondamentale per avviare una nuova fase politica che andasse oltre i Partiti e gli schieramenti tradizionali; il percorso si è fermato però a quello stadio. Sostanzialmente, la sua uscita dal PD si può collocare al momento in cui abbandona il gruppo consiliare del suo Partito per costituirne un altro, definendo una frattura, di fatto insanabile, anche con una improbabile Canossa. Col senno di poi, posso tranquillamente affermare che : vince l’etica quando ci si allea per abbattere un sistema di affari e di potere (ieri), ma non per crearne un altro (domani). E comunque, con tutta l’amicizia ed il rispetto immutato, spero che perda un’altra volta, e che vinca Stefano Lubrano. Perché i suoi tre avversari non hanno i connotati giusti, personali e squisitamente politici, per strappare Alghero dalla caduta in cui l’hanno trascinata le Amministrazioni dei decenni scorsi, ma soprattutto i due Sindacati di Tedde, durante i quali e per i quali, ha toccato il fondo di un disastro economico e morale.
1) Non sarò certo io a declassare il Movimento 5 Stelle a qualunquismo: l’anti-Politica di oggi è il risultato di tanti anni di mala-Politica, e proprio io, sulle pagine di questo giornale, spesso ho denunciato le vicende legate alla mala-Politica, assumendomi il peso ed il compito di dar voce a chi, nell’alveo dei Partiti tradizionali, la pensa esattamente come me e come i ‘grillini’, ponendo però una differenza : io ritengo che i Partiti tradizionali, in quanto depositari dei valori appartenuti ai Partiti che ci hanno condotto fuori dalle rovine della guerra, abbiano nel DNA la capacità di governare sia il massimo sistema come le piccole autonomie; non credo che i ‘grillini’ abbiano in dote le stesse prerogative, e giustifico questa mia affermazione con un episodio che ho vissuto personalmente. Qualche mese fa, quando le elezioni per Alghero erano già dietro l’angolo, il gruppo dirigente dei ‘Grillini’ algheresi, dei quali ricordo in particolare due nomi che vedo inseriti nella lista che sostiene la candidatura a Sindaco della Signora Di Stefano, chiesero un incontro con il Comitato di Quartiere di Sant’Agostino (del quale faccio parte), al fine di proporre il loro programma elettorale : come Comitato convenimmo su tanti temi, ma restammo perplessi su un punto: e cioè sul loro impegno, una volta entrati in Consiglio Comunale, di dare
piena visibilità ai Comitati di Quartiere cittadini tramite la loro partecipazione alle sedute del Consiglio Comunale, con diritto di intervento in caso di problematiche connesse ai Quartieri di riferimento; per una parte era evidente il tentativo di blandire la supposta voglia di visibilità del Comitato stesso, e per l’altra parte era intuibile una interpretazione errata della funzione e del significato stesso dei Comitati di Cittadini, i quali vogliono interessarsi della cosa pubblica non per avere visibilità, ma per contribuire con i loro dibattiti e le loro idee alla formazione delle scelte e delle decisioni di coloro che fanno Politica in prima persona. L’anti-Politica se è un passo in avanti,
deve servire a semplificare e non a complicare la gestione delle Istituzioni. 2) Maria Grazia Salaris, propone la propria candidatura a Sindaco della Città, rifiutando l’inquadramento in formazioni politiche tradizionali che avrebbero il difetto di un approccio inconcludente alle tematiche veramente importanti per la vita cittadina; dimentica di spiegare però per quale motivo, dopo essere stata in odore di arruolo con la coalizione di CentroSinistra a fianco di Vittorio Curedda Candidato Sindaco, abbia cambiato idea, ed abbia costituito una colonna portante del sistema di potere e di governo della seconda Giunta di Marco Tedde, rifocillandosi alla greppia comune; le dimissioni esistono proprio per rispondere ai ripensamenti. Maria Grazia Salaris ha offerto comunque il meglio del suo personale nuovo corso quando, intervenendo al dibattito/confronto sulla Sanità algherese presso la Facoltà di Architettura, affermò solennemente che la Politica deve stare fuori dalla Sanità. Presumo inutile spiegarLe che le linee guida della Organizzazione Sanitaria di un Territorio, come le finanze per sostenerle adeguatamente, devono essere pensate dalla Politica; la stessa ed i Partiti devono starne fuori quando si tratta di nominarne i vertici organizzativi, i quali devono essere scelti unicamente su base meritoria e non clientelare. 3) Il cognome Marinaro, ad Alghero, è sinonimo di Gente che ha voluto e vuole bene ad Alghero. Peccato che Francesco Marinaro sia accompagnato, nella sua candidatura a Sindaco della Città, da tutti coloro, nessuno escluso, che hanno governato in questi ultimi nove anni e mezzo; tutti platealmente smarcati dalle
scelte di un decennio, compreso lo stesso ex-Sindaco il quale, per esserci, rinuncia ad una lista con il suo nome. Gloriarsi di 100 milioni di euro spesi per cambiare il volto della Città (lavori peraltro non ancora finiti, parcheggiati in un limbo che sembra senza fine, compreso il Museo Archeologico) quando tanto denaro non ha fruttato un solo posto di lavoro per gli Algheresi, e quando tali lavori si sarebbero potuti affidare per una cifra inferiore della metà, significa disprezzare l’intelligenza dei Cittadini amministrati; il disastro economico infatti, non sta soltanto nella penuria di lavoro accentuata da scelte ‘incomprensibili’, ma insiste sulla pesante eredità lasciata agli Algheresi: lo stato delle finanze comunali, che impedirà qualsiasi impegno finanziario oltre la normale amministrazione. 4) Stefano Lubrano ha un suo lavoro, che svolge nella propria Azienda, florida peraltro, pervenutagli da una famiglia che ha lavorato sodo per tanti anni. Perché allora impegnarsi alla guida di una Città , dai mille problemi irrisolti? Ritengo che ami Alghero, e che la veda capace di far fruttare al meglio le sue risorse. Si propone alla guida di Alghero con uno slogan che è in sintonia perfetta con il suo programma di governo: i problemi di Alghero sono questi e le risposte le ho pronte non in virtù di sogni o di vane promesse, ma perché la Città ha le risorse per rinascere, e perché intorno a me raccoglierò le migliori competenze, ed inoltre perché chiamo i Cittadini a vivere come Comunità autentica, dove i bisogni di uno diventano il problema per tutti. A queste condizioni si può e si deve cambiare.