Bogamarì e Riccio d’Oro: tutti contenti? I malumori dei ristoratori
Boom di controlli della Guardia Costiera e perplessità sulle modalità organizzative.
A pochi giorni di distanza della chiusura della rassegna del bogamarì di Alghero (LEGGI), conclusasi con la gara gastronomica locale che ha assegnato Il Riccio d’Oro 2016 (LEGGI), non mancano polemiche e lamentele da parte di alcuni ristoratori algheresi riguardo alcune questioni.
A partire dall’origine, le cosiddette Tapas del riccio, svoltesi il 5, 6 e 7 febbraio, in cui protagonisti sono stati proprio alcuni ristoratori della città, specie del centro, punti cardine di un percorso gastronomico che ha visto coinvolti visitatori e buongustai. Proprio in quell’occasione, lamentano alcuni titolari, c’è stato un anomalo e inaspettato boom di controlli della Guardia Costiera che ha rallentato e reso più difficili il lavoro di molti. I controlli sono necessari, ovvio, ma perché farli proprio in quei giorni frenetici? Si sono mai visti controlli in altre sagre o rassegne simili?
Altra questione: il premio del Riccio d’Oro e le sue modalità di organizzazione. I malumori di alcuni imprenditori deriverebbero, infatti, dalla scelta della location, sulla quale molti vorrebbero chiarezza: perché è stato scelto un privato? E in base a quali criteri? Perché non utilizzare le sale dell’Istituto Alberghiero? Perché gli Chef locali non sono stati invitati a partecipare?
Insomma, a destare perplessità è stata sia la rassegna che la sua conclusione: un evento che avrebbe dovuto svolgere da promozione e divulgazione di un prodotto locale e delle qualità gastronomiche algheresi sembra essersi ridotto a una manifestazione autoreferenziale che ha interessato più i diretti partecipanti piuttosto che curiosi e appassionati. Tanto che, alcuni gestori e titolari di attività di ristorazione algheresi, pensano di proporre, in futuro, una “Rassegna Gastronomica dedicata all’Aragosta” organizzata da privati, saltando le corsie istituzionali e politiche. Sarà la strada giusta?