Mercato del lavoro, disoccupazione calata al 16,6% nel 2015
È quanto emerge dal consueto report sul mercato del lavoro, rilasciato oggi dall’Istat ed elaborato dal Servizio di Statistica regionale.
L’anno che si è appena chiuso va in archivio per la Sardegna con un generale miglioramento del mercato del lavoro, con la disoccupazione che cala al 16,6%, occupazione e forza lavoro che continuano a crescere e con un sostanzioso contributo del lavoro femminile che registra diversi elementi incoraggianti. La Regione si conferma la migliore del Mezzogiorno, e in diversi risultati si avvicina alla media nazionale. È quanto emerge dal consueto report sul mercato del lavoro, rilasciato oggi dall’Istat, ed elaborato dal Servizio di Statistica regionale.
“Quelle che giungono dal mondo del lavoro sono notizie incoraggianti, che confermano il trend osservato nei trimestri precedenti e lo consolidano su tutto il 2015” dichiara il presidente Francesco Pigliaru. “Non solo il tasso di disoccupazione dalla fine del 2014 è sceso con una certa continuità, ma tutti i dati sono positivi e concordano nel mostrare che l’occupazione aumenta e aumenta chi cerca lavoro, dimostrando che c’è una fiducia crescente. Quest’ultimo elemento è peculiare della Sardegna, e la pone qualche gradino più avanti rispetto alle altre regioni. Continuiamo dunque a lavorare per rafforzare questa tendenza positiva” conclude Pigliaru.
Per l’assessore del Lavoro Virginia Mura i dati sul quarto trimestre 2015 confermano i segnali positivi che già le ultime rilevazioni avevano evidenziato. “La Sardegna migliora più del resto del Mezzogiorno, e a far segnare questa differenza positiva sono certamente anche le politiche attive avviate dalla Giunta regionale”, dice l’esponente dell’esecutivo. “Infatti, in presenza di un quadro normativo comune a tutta Italia con le varie misure avviate a livello nazionale, sottolineo come le migliori performances della nostra regione siano certamente, almeno in parte, dovute alle scelte del governo regionale. Saluto anche con soddisfazione la vitalità che sta esprimendo il lavoro femminile, che registra molti segnali positivi. Certo – conclude Mura – la cautela è d’obbligo e l’attenzione deve restare massima, ma il quadro del mercato del lavoro ci incoraggia a proseguire nella strada intrapresa”.
I dati. Il tasso di disoccupazione in Sardegna nel quarto trimestre del 2015 si attesta al 16,6% contro il 19,4% del Mezzogiorno e l’11,9% nazionale, e in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno prima (quando era al 18,3%). Sono 10.300 i disoccupati in meno nell’isola rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (al 31 dicembre erano 111.500, alla stessa data del 2014 121.800). Non solo: per la prima volta dopo diversi anni, nel 2015 (considerato complessivamente) il numero dei disoccupati cala (-5,4%), mentre negli anni precedenti aveva registrato dati in crescita: 15,9% nel 2012, 8,1% nel 2013, 8,5% nel 2014.
Il tasso di occupazione in Sardegna, al quarto trimestre del 2015, è al 50,0% (circa 561.200 unità, circa 15 mila in più dell’anno precedente, quando erano 546.300), contro il 42,8% del Mezzogiorno e il 56,6% nazionale. La variazione tendenziale (rispetto allo stesso periodo del 2014) nell’isola registra un 2,7%, contro l’1,2% del Mezzogiorno e lo 0,8% nazionale. Incoraggianti anche i numeri della forza lavoro, ossia il totale delle persone occupate e di quelle in cerca di occupazione: in Sardegna è in territorio positivo, +0,7%, a fronte dei cali del Mezzogiorno, -1,1%, e del resto d’Italia, -0,7%. Idem per il tasso di attività: 60,1% in Sardegna, 53,2% nel Sud, 64,5% il dato italiano.
Tra le note più liete, da evidenziare le buone performances del lavoro femminile in Sardegna. Il tasso di occupazione femminile è più alto che nel resto delle regioni del Sud: 41,6% contro il 30,6%, più prossimo al valore nazionale: 47,5%. Al quarto trimestre del 2014 le occupate sarde erano 220.700 circa, alla stessa data del 2015 sono risultate 229.800 con una variazione del 4,1% (e quasi due terzi del totale), contro il -0,7% della media del Mezzogiorno e lo 0,1% nazionale. Aumentano dunque gli occupati, ma la componente femminile è quella che ha la performance migliore.