«Caro assessore, i marziani non siamo noi»
Emiliano Piras e Maria Grazia Salaris, consiglieri comunali del Nuovo Centro Destra, analizzano la situazione dello scalo Riviera del Corallo e replicano alle recenti dichiarazioni dell'assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana
Emiliano Piras e Maria Grazia Salaris, consiglieri comunali del Nuovo Centro Destra, analizzano la situazione dello scalo Riviera del Corallo e replicano alle ultime dichiarazioni dell’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana (LEGGI).
Ogni qualvolta l’assessore Deiana apre la bocca per parlare dei nostri trasporti trasuda una spocchia indisponente come se i suoi interlocutori, i cittadini sardi, fossero dei marziani; ma forse non si è accorto che qui il marziano è lui. Oggi il bersaglio sono i dipendenti Sogeaal, che esercitano il diritto di scioperare per la difesa del proprio posto di lavoro, oggi messo a repentaglio dalla scelleratezza delle scelte del Governo regionale; sciopero che lui considera “sterile e controproducente”, manifestando un disappunto che ha il sapore della minaccia. Nel contempo in un altro intervento, ci vuole addolcire vantandosi di una risibile riduzione dei costi della continuità territoriale, ricordandoci subito dopo dell’esistenza degli ormai famosissimi 2,5 euro di tassa aeroportuale aggiuntiva (quelli per i quali vorrebbero farci credere Ryan air sia fuggita, però solo da Alghero); e rassicurandoci di avere tutto sotto controllo (questo lo sappiamo benissimo) relativamente al traffico aereo del periodo pasquale.
Solo uno stolto, e aldilà degli ormai pochi “pasdaran”, per fortuna ce ne sono pochi; nonostante l’atavico problema di noi sardi di farci passare sulla testa qualsiasi decisione di chi ci governa, non si accorge del chiaro disegno dell’accademico Assessore di voler affossare l’aeroporto di Alghero, o svenderlo a chissà chi, con gravissime ripercussioni sul sistema economico-sociale del nord-ovest della Sardegna. Perfino l’ecumenico e sempre accomodante Sindaco di Alghero ha finalmente deciso di aprire il tappo del contenitore di veleno mortale preparatoci dalla giunta Pigliaru, sperando che metta la stessa “verve” nel l’incontro con il Ministro Del Rio.
Come spesso accade però, i processi che certa politica “pilota”, viaggiano sempre con lentezza e ritardo, un po’ come il fantomatico treno veloce che avrebbe dovuto rivoluzionare i trasporti interni. Ad oggi, a pochi giorni dalla Pasqua, aldilà di qualche nuovo “voletto” estemporaneo e qualche charter con “prigionieri di bordo”, il dato certo del sistema aeroportuale della Sardegna evidenzia la perdita di 14 rotte da e per Alghero, in luogo di maggiori investimenti per l’aeroporto di Olbia, e la sostanziale stabilizzazione dei collegamenti da e per Elmas.
Nondimeno è a questo punto da demonizzare anche la poca incisività del management Sogeaal, cioè sempre là Regione, nonostante il lodevole tentativo spronante del tessuto economico-sociale del nord-ovest, nel programmare la stagione ormai iniziata e compromessa, almeno per un segmento del turismo, quello del c.d. low cost, per il quale soprattutto la città di Alghero, ha basato la sua infrastrutturazione e gli investimenti degli imprenditori; se non pianificare il 2017 come ovvietà richiederebbe.
Ma forse va bene così anche a loro, o forse sono al corrente di una repentina velocizzazione del processo di privatizzazione, che li fa desistere da quello che dovrebbe essere il loro compito, cioè valorizzare uno scalo, non farlo svalutare. Penalizzare lo scalo “riviera del corallo” significa frustrare fin dal suo nascere le prospettive di sviluppo della costituenda rete metropolitana e sarebbe un ulteriore atto del governo regionale contrario agli interessi di una parte importante del suo territorio e della sua gente. L’auspicio è che finite le festività pasquali, preso ormai atto del disastro della stagione 2016, la Regione ci esponga senza veli quello che è il progetto per il futuro del nostro aeroporto, e di conseguenza di una prevalente fetta dell’economia del nostro territorio basata sul turismo, e quindi sugli arrivi; oltre che del nostro diritto alla mobilità.