Mobilità in deroga, Tedde: «il Governo cancella i diritti acquisiti dai sardi»

«Roma non paga le indennità da due anni ed anziché chiedere scusa a chi ha perso il lavoro e porre rimedio ad un ritardo imperdonabile rincara la dose. Ho chiesto con un’interrogazione a Pigliaru di non perdere tempo e di agire subito» - ha detto il vicecapogruppo di Forza Italia in consiglio regionale

«Poteva sembrare uno scherzo di cattivo gusto la decisione del Ministro del Lavoro di non pagare le indennità per la mobilità in deroga ai disoccupati sardi. Invece, Poletti fa sul serio. Con una circolare di dicembre 2015, confermata qualche settimana fa, ha annunciato che le indennità per la mobilità in deroga non verranno più pagate a chi ha saltato l’incasso di anche una sola mensilità. In sintesi, uno dei presupposti per ottenere gli arretrati del 2014 e del 2015 della mobilità in deroga è la continuità dei pagamenti sino al 31 dicembre 2014, presupposto che viene meno in caso di interruzione dei pagamenti. Peccato, però, che lo Stato abbia smesso di pagarle nel 2014 rendendo impossibile ai disoccupati sardi di incassarle, cosa che avrebbero fatto molto volentieri.» Così Marco Tedde, Vice Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale, commenta «l’aberrante ed assurda» presa di posizione del ministro di Renzi.

«Roma non paga le indennità da due anni ed anziché chiedere scusa a chi ha perso il lavoro e porre rimedio ad un ritardo imperdonabile rincara la dose, punendo i disoccupati sardi che vengono scippati del beneficio sostitutivo del reddito da lavoro senza avere alcuna colpa se non quella di essere stati licenziati e di non avere più un’occupazione – afferma Tedde-. Una beffa che su 9.000 disoccupati sardi aventi diritto rischia di metterne al palo circa 7.000 se qualcuno non interverrà subito.»

«Ho chiesto con un’interrogazione a Pigliaru di non perdere tempo – prosegue il consigliere regionale algherese – e di agire presso il Governo per disinnescare gli effetti di una restrittiva interpretazione ministeriale che pare più una scusa per evitare allo Stato di pagare. L’ennesimo furto alla Regione Sardegna ed ai sardi attraverso un espediente che viola e calpesta principi costituzionali fondamentali, immorale, che evidenzia lo scarso spessore etico ed istituzionale di chi sta governando. Ritengo – conclude l’ex Sindaco di Alghero – che si sia passato il segno e che ci sia l’impellente necessità che davanti ad una evidente e sfrontata violazione dei diritti e delle legittime aspettative dei sardi che hanno perso il lavoro la classe politica sarda tutta si opponga compatta con forza e fermezza per impedire l’ennesimo sfregio alla Sardegna.».

 

19 Marzo 2016