Tre amministrazioni comunali contro la povertà urbana
Sassari capofila, Alghero e Porto Torres partecipano a un bando europeo per dare vita a un laboratorio che consenta alle donne in difficoltà di emanciparsi economicamente
Si scrive “Urban innovative actions” e si legge lotta alla povertà urbana, attraverso progetti innovativi e mai sperimentati prima. Una occasione per promuovere lo sviluppo sociale, culturale ed economico locale quindi il miglioramento della qualità della vita, la tutela e la valorizzazione del territorio. A offrire questa opportunità è proprio il programma “Urban innovative actions 2014-2020”, finanziato dal fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) con un bando finalizzato a sostenere azioni innovative nel campo dello sviluppo urbano sostenibile, dirette a identificare e sperimentare nuove soluzioni di rilevanza comunitaria, con particolare attenzione ai quartieri urbani degradati e in generale al tema della povertà urbana.
Nei giorni scorsi la giunta guidata dal sindaco di Sassari Nicola Sanna ha deliberato di partecipare al bando con il progetto “W-Dop – We do our part”, in italiano ‘noi facciamo la nostra parte’, che affronta la tematica della povertà urbana, con un’attenzione particolare alle aree urbane degradate, e ha come target di riferimento le donne e il loro isolamento nel mercato del lavoro. Il bando europeo quest’anno ha previsto quattro temi, “integrazione dei migranti e dei rifugiati”, “rivoluzione energetica”, “lavoro e competenze nell’economia locale” quindi “povertà urbana”.
La scelta è ricaduta su quest’ultimo tema e ha visto convergere tre amministrazioni comunali, Sassari capofila, Alghero e Porto Torres che hanno creato una partnership con il coinvolgimento di altri partner quali, a esempio, l’Università di Sassari, per la realizzazione di attività specifiche e la produzione dei relativi risultati.
I tre Comuni hanno, così, condiviso la necessità di elaborare una strategia comune riguardo alla necessità di offire una opportunità delle donne che sperimentano una grave e radicata condizione di povertà ed emarginazione. Sono stati così identificati gli ambiti territoriali dove intervenire. A Sassari si è puntato sul quartiere di Latte Dolce–Santa Maria di Pisa, ad Alghero su quello della Pedraia e a Porto Torres sul Villaggio Satellite.
«L’idea condivisa – afferma il sindaco di Sassari Nicola Sanna – è quella di creare un vero e proprio laboratorio urbano che, attraverso una rete di mutuo aiuto tra i soggetti coinvolti e la creazione di un canale anche produttivo con le imprese del comparto agroalimentare della Nurra, consenta alle donne “svantaggiate” e in difficoltà di emanciparsi economicamente».
Si punta alla realizzazione di una rete di «case delle capacità», cioè piccole strutture amovibili e sostenibili, da localizzare all’interno dei quartieri disagiati, dove le donne possono riversare una quota parte delle mansioni che attualmente svolgono tra le mura domestiche e, attraverso lo strumento del mutuo-aiuto, liberare una parte del loro tempo da dedicare allo svolgimento di un lavoro produttivo che sia al contempo occasione per la costruzione di nuove competenze e nuove conoscenze spendibili nel mercato del lavoro.
Il progetto di laboratorio urbano avrà la durata di tre anni e le amministrazioni hanno quantificato la loro proposta in quasi tre milioni e mezzo di euro, di cui l’80 per cento a carico del Fondo europeo di sviluppo regionale. La quota di cofinanziamento del 20 per cento del progetto, se questo dovesse trovare il via libera dall’Ue, sarà a carico delle amministrazioni comunali e sarà costituita da costi di staff, amministrazione e utilizzo delle risorse umane interne all’ente, quindi non inciderà sul bilancio in corso.