Diritti d’imbarco: Alghero e il milione mancante
L’ANCI ha presentato nei giorni scorsi in Conferenza Stato-Città un documento con richiesta di chiarimenti. Alghero attende tra i 900mila euro e 1 milione e 100mila
In tutto 85 milioni, che lo Stato centrale avrebbe dovuto versare ai Comuni sedi di aeroporti nel periodo tra il 2005 ed il 2014, come proventi dell’addizionale comunale sui diritti di imbarco. L’ANCI ha presentato nei giorni scorsi in Conferenza Stato-Città un documento con richiesta di chiarimenti, chiedendo che si adottino le adeguate misure per il recupero delle somme spettanti ai Comuni, e a tutt’oggi non versate.
La vicenda riguarda l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco istituita con la legge 350/03, a fronte della quale una parte (non preponderante) dei prelievi va destinata ai Comuni, attraverso un apposito fondo presso il Ministero dell’Interno, ripartendola sulla base del rispettivo traffico aeroportuale, con una quota del 40 per cento del totale rimanente a favore dei Comuni del sedime aeroportuale o con lo stesso confinanti.
Il caso Alghero. Tra i Comuni che chiedono chiarimenti c’è certamente Alghero che, come annunciato tempo fa, potrebbe aderire alla class action formata già da dodici comuni in Italia per ottenere quanto dovuto dalla Stato sull’addizionale comunale sui diritti d’imbarco passeggeri. Un credito per il Comune algherese stimato tra i 900mila e 1,1 milioni di euro per spettanze non riconosciute dal 2005 al 2015.
A seguito di una serie di interventi normativi, che non hanno in alcun modo modificato la norma che prevede l’assegnazione di parte degli introiti ai Comuni, il riparto per i Comuni non è stato più effettuato nella sua interezza, ed ha seguito un andamento altalenante, così come dimostrano i dati portati dall’ANCI in Conferenza Stato-Città. Inoltre, a partire dal 2009, non sono stati più resi pubblici da parte del ministero dell’Interno i dati relativi alle superfici aeroportuali e al traffico passeggeri, necessari per procedere al corretto riparto dei fondi. Stesso destino per i decreti ministeriali di ripartizione dei fondi.
Questa situazione ha prodotto i mancati trasferimenti degli 85 milioni spettanti ai Comuni, derivanti in parte dalla mancata ripartizione delle somme effettivamente incamerate da ripartire fra i Comuni come riassegnazione (58 milioni di euro nel periodo 2005- 2014), e in parte da una presunta mancanza di gettito per mancati versamenti effettuati da parte della compagnie aeree, che si traduce in un’ulteriore perdita di gettito per i Comuni di circa 26,8 milioni di euro, sempre nel periodo 2005- 2014.
Il tutto mentre i Comuni hanno comunque continuato ad assicurare i servizi locali necessari per la presenza delle strutture aeroportuali sui propri territori. Da qui la richiesta di chiarimenti presentata nei giorni scorsi in Conferenza Stato-Città, che ambisce anche a fare chiarezza sui criteri utilizzati dal Viminale per l’assegnazione delle somme ai Comuni e sulle motivazioni degli scostamenti fra stime di traffico dei passeggeri e versamento di quote dell’addizionale da parte delle compagnie aeree.