Istat: disoccupazione giovanile al 41,2%, il massimo storico
Ancora un dato estremamente negativo dall’istituto nazionale di statistica per quanto riguarda i livelli occupazionali nel nostro Paese. Stando ai dati diffusi in queste ore, infatti, non si ferma il calo degli occupati a tempo pieno: nel primo trimestre del 2013 si registra un calo del 3,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che tradotto equivale alla cifra di 645.000 posti di lavoro “persi”. Nella metà dei casi si tratta di lavoratori con contratti a tempo indeterminato, con i dati che parlano di 347mila unità in meno rispetto al 2012 (pari al 2,8%). L’unico dato positivo è la crescita del “part time involontario”, che riguarda appunto l’occupazione parziale (che cresce del 6,5%, con oltre 200mila nuove occupazioni).
Nel complesso, il tasso di disoccupazione maschile cresce per il sesto trimestre consecutivo portandosi all’11,9%; quello femminile, in aumento per l’ottavo trimestre, sale al 13,9%. Una crescita che investe l’intera penisola: nel Nord l’indicatore passa dal 7,6% del primo trimestre 2012 all’attuale 9,2%; nel Centro dal 9,6% all’11,3%; nel Sud l’indicatore raggiunge il 20,1% dal 17,7% dello scorso anno. La cifra totale dei disoccupati sfonda così il muro dei 3,3 milioni, un dato allarmante soprattutto se confrontato con gli indicatori di medio periodo su crescita e consumi.
Drammatico l’indicatore della disoccupazione giovanile: nell’intervallo fra i 15 ed i 24 anni il tasso è del 41,9%, raggiungendo, in base a confronti tendenziali, il massimo storico assoluto, ovvero il livello più alto dal primo trimestre del 1977.
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