Vertenza entrate, ultimo sigillo a Roma. Pigliaru: «risultato straordinario per la Sardegna»
Il consiglio dei Ministri ha approvato le Norme di attuazione dell'articolo 8 dello Statuto, che elenca tutte le entrate che spettano alla Sardegna incluse quelle oggetto del contenzioso
L’ultimo sigillo alla chiusura definitiva, dopo 10 anni, della Vertenza Entrate è arrivato oggi da Roma. Il consiglio dei Ministri ha infatti approvato le Norme di attuazione dell’articolo 8 dello Statuto, che elenca tutte le entrate che spettano alla Sardegna incluse quelle oggetto del contenzioso. Significa, ed è un risultato storico a lungo perseguito, che l’accordo con lo Stato diventa una legge certa, con regole scritte e precise che riconoscono pienamente tutto quanto rivendicato dalla Sardegna all’interno della Commissione paritetica Stato-Regione per l’attuazione dello Statuto speciale.
«Oggi la parola fine sulla lunga e complicata vicenda della Vertenza Entrate è davvero definitiva, e sono felice di poter chiudere da Presidente una partita che il governo di centrosinistra ha avviato 10 anni fa – dice il presidente Francesco Pigliaru -. È un risultato straordinario, ottenuto grazie a un costante lavoro quotidiano con Palazzo Chigi, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con la Ragioneria dello Stato. Voglio ringraziare la Commissione paritetica per il suo impegno, e il Consiglio regionale che ha avuto in questa vicenda un ruolo molto importante. Portiamo a casa regole certe, condivise e che ristabiliscono quanto dovuto alla Sardegna, dopo che nel 2006 ottenemmo una riscrittura dell’articolo 8 dello Statuto molto più favorevole di quanto lo fosse fino ad allora. Oggi finalmente chiudiamo il cerchio: ed è il frutto di un rapporto di leale, costante collaborazione tecnica e politica con il Governo, alla vigilia di altri importanti accordi e risultati che arriveranno nelle prossime settimane per far crescere la Sardegna e migliorare la vita di tutti i sardi».
In termini di denaro, significa che nelle casse della Sardegna entreranno fra i 130 e i 150 milioni in più all’anno, e che tutti i 900 milioni di arretrati rivendicati saranno pagati in 4 anni (300 già versati a gennaio 2015, primi soldi incassati dal 2010). In termini di garanzie il risultato non ha precedenti, perché le regole sono state finalmente scritte dalla Regione, condivise con Roma e dunque regoleranno tutti i futuri rapporti in materia di fisco. Altro importante risultato è che lo Stato non potrà tenere per sé le riserve erariali della Sardegna per fare cassa, se non in casi di eventi eccezionali e imprevedibili, un terremoto per esempio, che rendano necessario ricorrere a risorse straordinarie.
Le Norme di attuazione sono state approvate dalla Commissione paritetica lo scorso 12 dicembre. Il 1 febbraio, il Consiglio regionale ha certificato il risultato approvando un ordine del giorno con i voti della maggioranza di centrosinistra. Ma l’intero percorso è iniziato nel 2006 con l’accordo Soru-Prodi che, recepito nella legge 296, modificava l’articolo 8 dello Statuto riconoscendo alla Regione nuove e maggiori entrate tributarie per un totale di 5,8 miliardi di euro. Durante la precedente legislatura, senza l’approvazione delle norme di attuazione, la vertenza era rimasta aperta per alcune entrate sulle quali non si riusciva a trovare un metodo condiviso di quantificazione e cioè Ires maturata, giochi, riserve matematiche, redditi di capitale, tutte voci che oggi vengono pienamente riconosciute come spettanti alla Sardegna. Importante la novità contenuta nell’articolo 2, ovvero la possibilità di inversione del gettito fiscale: significa che, dopo un accordo con l’Agenzia delle Entrate, la parte delle compartecipazioni erariali che spetta alla Sardegna non sarà più versata a Roma per poi tornare nell’Isola ma resterà direttamente e immediatamente disponibile nelle casse regionali.
«Siamo molto soddisfatti, il risultato è quello che volevamo e che abbiamo fermamente perseguito in questi due anni alla guida della Regione – sottolinea l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci -. Dalla nostra parte avevamo la sentenza della Corte Costituzionale del 2012 e un Governo disponibile al confronto, ma il risultato non era affatto scontato. Un risultato che oggi premia la Sardegna e i sardi, con risorse finalmente certe che potranno essere utilizzate in totale autonomia dalla Regione per migliorare la qualità della vita dei cittadini, creando opportunità di sviluppo e lavoro. Ora il nostro compito sarà quello di monitorare la situazione per verificare che tutti gli accordi siano applicati. In questo senso sarà di grande aiuto l’Agenzia regionale delle Entrate, ormai in dirittura d’arrivo».