Dall’Asinara un messaggio di pace
A Stintino e all'isola parco la visita del Presidente della Repubblica di Ungheria Janos Ader
Una occasione per valorizzare la memoria storica di un popolo e quella di un’isola, l’Asinara che, come la Sardegna, lontana dalle battaglie che si combattevano in Europa durante il primo conflitto mondiale, fu protagonista suo malgrado di episodi dolorosi. Una parte di storia della Grande Guerra forse ancora poco conosciuta e che vide uomini, di nazionalità diverse, condotti sull’Asinara con profughi o prigionieri. Tra questi anche tanti ungheresi. E l’incontro di oggi, prima a Stintino e poi sull’isola parco, del Presidente della Repubblica di Ungheria Janos Ader, ha voluto rappresentare l’occasione per ricordare quanti da quei campi di prigionia non fecero più ritorno. Per settemila fu un viaggio di sola andata.
“Per anni il segreto dell’Asinara è rimasto custodito nelle tombe costruite sull’isola – ha detto il presidente della Repubblica ungherese Janos Ader -. La guerra ha rappresentato una minaccia per le viarie comunità. E fu grande la cecità che portò milioni di persone ad andare in guerra perché qualcuno non aveva capito che la guerra non è grandiosa ma orribile”. Alla fine del Conflitto tra i magiari si contarono oltre 1 milione di perdite.
“Abbiamo voluto portare avanti una ricerca storico-scientifica – ha detto il sindaco di Stintino Antonio Diana – per far conoscere cosa avvenne in quel periodo, tra il 1915 e il 1916, sull’isola dell’Asinara. Un episodio poco conosciuto quello che vide arrivare sull’isola oltre 27.000 persone, tra profughi e prigionieri. Uomini per lo più malati che vennero su questo territorio. E questo fu il grande contributo di ospitalità che questa terra seppe dare. È vero, in 7.000 persero la vita ma oltre 22.000 riuscirono a tornare alle loro famiglie”.
E il primo cittadino ha voluto presentare al Presidente Janos Ader un estratto della ricerca storica. “Siamo pronti a proseguire la ricerca con i vostri studiosi”, è stato l’auspicio di Antonio Diana. “A nome del governo ungherese – gli ha risposto il Presidente magiaro – vi daremo tutto l’aiuto necessario. Porterò il messaggio all’Accademia delle Scienze perché i nostri studiosi affrontino questa ricerca”.
A portare i saluti del governo italiano è stato il sottosegretario di Stato alla Difesa Domenico Rossi che ha sottolineato come con l’incontro di oggi si sia consolidato un cammino di unione. È stato invece Gianmario Demuro a portare i saluti del presidente della Regione Francesco Pigliaru e ha sottolineato la valenza del progetto “Commemorazioni di pace” portato avanti dal Comune di Stintino assieme ad altri enti. “È un’iniziativa di grande valore – ha detto l’assessore Demuro – per far conoscere alle giovani generazioni quello che è successo all’Asinara 100 anni fa. Un progetto di educazione alla pace che porterà sicuramente concreti risultati”.
Dopo l’inaugurazione al nuovo museo della Tonnara di Stintino della mostra storico-scientifica “Vita e morte dei prigionieri austro-ungarici sull’isola dell’Asinara, una crisi umanitaria”, nel primo pomeriggio sull’isola parco è stato inaugurato il monumento ai caduti ungheresi, installato vicino alla cappella austro-ungarica di Cala Reale. Sul parco quindi la visita è proseguita al cimitero al cimitero di Campo Faro, all’ossario di Campo Perdu quindi a Fornelli.
All’evento hanno partecipato anche i sindaci dell’area vasta, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, il prefetto di Sassari Giardina e le autorità civili, militari e religiose del territorio.
Al museo della Tonnara il ministro della Difesa ungherese, Istvan Simiscko, ha portato i saluti del suo governo. Sull’isola dell’Asinara, dopo i saluti del sindaco di Porto Torres Sean Wheeler e del presidente del Parco nazionale Antonio Diana, il monumento, progettato dall’ingegnere Fortunato Schiaffino e realizzato dall’artista Giuseppe Sanna, è stato benedetto dall’ordinario militare ungherese Laszlo Biro.