Reflui depurati per irrigare la Nurra, l’assemblea di Maristella dice no
Diversi interventi hanno caratterizzato l'incontro svoltosi ieri, organizzato con l'obbiettivo di capire se i rischi legati alla depurazione dei reflui siano fondati.
Si è svolta ieri sera (giovedì) a Maristella la tavola rotonda organizzata dai Comitati di Borgata di Maristella, Sa Segada – Tanca Farrà e Guardia Grande – Corea con argomento l’utilizzo dei reflui in agricoltura. «Un tema molto sentito in agro – hanno sottolineato i rappresentanti dei Comitati di Borgata – dopo la fallimentare esperienza dell’utilizzo dei reflui nel 2011 che venne subito sospesa per evidenti problemi acclarati dalla Provincia». Diversi interventi hanno caratterizzato l’incontro, organizzato con l’obbiettivo di capire se i rischi legati alla depurazione dei reflui siano fondati. Al termine della riunione è emerso che l’utilizzo nella Nurra dei reflui depurati non sia né necessario e neppure privo di rischi.
«Per l’Amministrazione comunale – riportano i rappresentanti dei Comitati in una nota – è intervenuto Raimondo Cacciotto ribadendo che, seppur il depuratore preveda l’utilizzo dei reflui in agricoltura, questo non è l’obiettivo perseguito dal Comune, il quale è impegnato per trovare uno scarico alternativo a quello nel Rio Filibertu e, quindi, nel Calik. Cacciotto ha ricordato che il Comune ha firmato il protocollo d’intesa con tutti gli enti preposti per la sperimentazione dell’utilizzo dei reflui allo scopo di esserci e vigilare nei tavoli dove si decide».
A seguire ha preso la parola il geometra Cadinu. «Cadinu – si legge nella nota a firma dei comitati – ha dimostrato attraverso numerose slide esaustive le gravi carenze che riguardano il depuratore di San Marco, un’opera nata male dal punto di vista della programmazione e non assoggettata ai regolamenti di legge. Il depuratore necessiterebbe di ulteriori investimenti per renderlo idoneo all’utilizzo dei reflui in agricoltura: allo stato attuale, l’assenza di bacini di miscelazione non ne consente l’utilizzo allo scopo».
Successivamente è intervenuto Enrico Muttoni, laureato in chimica ed esperto del settore. «Muttoni – riportano i rappresentanti dei comitati – ha fatto presente l’affidabilità al 99% per cento dei depuratori: ciò significa che 4 giorni l’anno non funzionano, oltre agli innumerevoli problemi quotidiani che solo chi ha lavorato in un impianto può testimoniare. Muttoni reputa negativo il progetto dell’utilizzo dei reflui depurati di San Marco sia se conforme, sia se non conforme alla legge, poiché vi sono elementi che non vengono comunque depurati e accumulabili nel terreno, facendo l’esempio del sale da cucina, con danni che, a lungo termine, possono essere incalcolabili. Per Muttoni la Sardegna ha oltre 2 miliardi di metri cubi di acqua disponibile e l’utilizzo dei reflui non è una necessità: il problema principale è gestire una risorsa strategica come l’acqua con un minimo di onestà».
E’ stato poi il turno dell’ex assessore all’ambiente del comune di Alghero, Chiara Rosnati, che ha ricordato la fallimentare sperimentazione sull’utilizzo dei reflui in agricoltura fatta a Cagliari 5 anni fa. L’ex assessore ha ribadito che «il depuratore non depura da tutti gli elementi potenzialmente pericolosi e i danni ai suoli possono essere ingenti. Per la Rosnati – si legge – si deve perseguire la politica di ottimizzazione del depuratore esistente, che presenta grandi criticità, anziché sperimentare ai danni di tutti gli agricoltori una procedura dagli effetti potenzialmente irreversibili».
Ultimo intervento da parte di Mimmo Pirisi: «Pirisi ha sottolineato le scelte non opportune dell’amministrazione Tedde, la quale aveva previsto un depuratore in un sito delicato sapendo bene che, i reflui, non potevano comunque essere utilizzati tutti, salvo nei tre – quattro mesi estivi (dopo aver comunque realizzato il terzo stadio, la miscelazione idonea etc..). Secondo Pirisi, lo scarico sul Filibertu e quindi sul Calik, continuerà ugualmente e quindi i problemi di marea gialla rimarranno pressoché gli stessi, danneggiando ancora di più lo stagno che in questi ultimi 4 anni ha visto compromesso l’intero ecosistema interno». Per il consigliere comunale, il tema reflui di Alghero va affrontato tenendo conto di tutti gli aspetti, comprese le esigenze dei diretti interessati, cioè gli agricoltori della Nurra che, vista l’esperienza negativa del 2011, guardano con sospetto e prudenza l’utilizzo dei reflui, salvo in casi eccezionali.