L’aumento dell’Iva costerà 200 euro a famiglia
Con la crisi, ogni famiglia italiana ha perso in media 3400 euro di potere d’acquisto e, “se anche si riuscisse a tornare alle dinamiche di crescita pre-crisi, bisognerebbe comunque aspettare fino al 2036 per recuperare il potere d’acquisto perduto”. È questa l’inquietante fotografia che emerge dai dati diffusi da Confcommercio nel tax freedom, il giorno in cui, come vi raccontavamo ieri, “si smette di lavorare per pagare le tasse e si comincia a farlo per il proprio reddito”. Secondo Confcommercio, dunque, i consumi “sperimentano oggi una flessione di dimensione mai registrata nei quasi 70 anni di vita della Repubblica italiana”; e la situazione potrebbe nettamente peggiorare con l’innalzamento dell’Iva che “sarebbe come gettare benzina sul fuoco della recessione perché determinerebbe pronunciati effetti regressivi”.
Ma c’è di più, perché come testimonia il rapporto, non c’è alcun tipo di fiducia sulle stime divulgate dal Governo sulla crescita nei prossimi mesi: “L’economia italiana continua ad arretrare. Come mostra l’esercizio di previsione, il Pil diminuirà nel 2013 per il secondo anno consecutivo e per la quarta volta dal 2007. Le prospettive di recupero per il 2014-15 appaiono inoltre più deboli di quelle assunte dal Governo nel Def dello scorso aprile: secondo le nostre stime, nel prossimo biennio la crescita cumulata si arresterà all’1,9%, un punto in meno di quanto prospettato nei valori programmatici (2,8%)”. A pesare in maniera determinante non è solo il fisco, ma anche la burocrazia, che strozza le piccole e medie imprese e incide in maniera determinante sul prodotto interno lordo.
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