Mesina: da guida turistica a mediatore d’affari.

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Graziano Mesina, al suo arrivo in carcere, nel primo interrogatorio che lo vede imputato insieme ad altre 25 persone nella vicenda dell’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e altri capi d’imputazione. Dalle indagini stanno emergendo fatti inquietanti delle attività illecite svolte da Mesina in questi anni, dai sequestri in fase di progettazione alle manovre di contrattazione e di compravendita di terreni. Risulta infatti che sia lui l’intermediario e il mediatore della vendita di 500 ettari pagati con un versamento di 700 milioni di euro. C’è un filone nuovo nell’inchiesta che riguarda l’ex ergastolano graziato. Si tratta della mediazione che Mesina offrì a un pastore che non voleva vendere 500 ettari, a Capo Ceraso, alla Fininvest che tre anni fa pagò 700mila euro.

Si tratta di una cessione di 500 ettari a Capo Ceraso, territorio di Olbia, che il pastore Paolo Murgia era sicuro di aver usucapito dopo avervi portato a pascolare le pecore per trent’anni, dal 1964. Ettari che Murgia si era sempre ostinato a non vendere. Nella trattativa tra il pastore e Silvio Berlusconi, che aveva 40 anni quando pensò di creare Olbia 2, il ruolo di mediatore sarebbe stato ricoperto proprio da Mesina. La fine di Mesina è stata dettata dalle cimici.Tre anni fa l’ex ergastolano era già pedinato e intercettato per i motivi che hanno portato all’arresto di lunedì, cosicché anche la vicenda dei 700mila euro versati da Fininvest è finita sotto la lente degli investigatori.

13 Giugno 2013