Alghero, balneabilità condizionata dal canalone
La stazione di prelievo per l’analisi delle acque di balneazione di San Giovanni comprende un’area notevolmente vasta all’interno della quale coesistono acque eccellenti e le acque prospicienti l’area portuale il canalone di San Giovanni. A causa di queste ultime che influiscono negativamente sulla “pagella” dell’intera stazione che si estende per circa 800 metri, la qualità del mare della stazione “San Giovanni – B003SS”, è stata definita dalla Regione in maniera schematica “scarsa”.
Dal Comune la pensano diversamente: “Le acque di balneazione oltre il canalone verso la prima parte della via Lido sono di qualità eccellente, ma a causa della nuova norma regionale subiscono una classificazione negativa determinata dai parametri negativi del tratto del canalone in cui il divieto è permanente per legge – scrive l’amministrazione in una nota. Le nuove disposizioni regionali impongono però di vietare la balneazione in quei segmenti del litorale che nell’ultimo quadriennio, a partire dal 2010, hanno registrato parametri fuori norma, nonostante i livelli della qualità delle acque risultino entro la norma nel 2012 e anche nella stagione in corso”.
Il sindaco Stefano Lubrano ha proposto alla Regione una suddivisione della stazione di San Giovanni, in maniera da “liberare” dal divieto il tratto di mare le cui caratteristiche sono eccellenti. In una lettera indirizzata all’Assessorato regionale dell’Ambiente e all’Arpas è stato chiesto di adottare questo tipo di soluzione e la contestuale istituzione di una nuova stazione, che caratterizzi il tratto di costa in base alle sue specificità. “L’estensione longitudinale dell’area dell’intera stazione – spiega il Sindaco alla Regione – ricomprende senza distinzione aree a vocazione estremamente differente, senza considerarne le peculiarità, contrariamente a quanto accade in altre stazioni posizionate lungo la costa”.
Di fatto, all’interno della stazione in argomento, è possibile distinguere due macro aree fisiograficamente ben distinte: la prima, non fruita dai bagnanti, è costituita dalle superfici più prossime alle opere portuali. Tale area, già interessata da un provvedimento di divieto di balneazione permanente, costituisce il deposito temporaneo della posidonia oceanica rimossa durante la stagione estiva e ospita altresì lo scarico a mare delle acque provenienti dal canale di captazione e regimentazione delle acque meteoriche; la seconda, più a nord, interessata da concessioni balneari e strutture ricettive di tipo alberghiero, possiede una vocazione spiccatamente turistica. Quest’ultima confina con la stazione di monitoraggio, Codice IT020090003011 “Lido”, classificata come eccellente, della quale possiede le medesime caratteristiche fisiografiche e di sito specifiche. “A tale proposito – afferma Stefano Lubrano – è facile comprendere gli effetti fortemente negativi causati dall’interdizione di tutta la stazione di balneazione, piuttosto che solo del primo tratto”.