“Sanciti i gravi danni causati a economia turistica sarda”
“La sanzione dell’Antitrust nei confronti dell’atteggiamento tenuto dagli armatori verso la Sardegna è un successo storico per la Sardegna. Ora, bisogna proseguire nella strada tracciata perché all’Isola sia completamente risarcito il gravissimo danno arrecato all’intero sistema turistico regionale, messo letteralmente in ginocchio dall’insensibilità degli armatori privati”. Così l’assessore del Turismo Luigi Crisponi ha commentato la delibera dell’Autorità garante per la concorrenza che ha sanzionato “l’intesa da parte di Moby, SNAV, Grandi Navi Veloci e Marinvest, finalizzata all’aumento dei prezzi per il trasporto passeggeri nell’estate 2011”, dopo aver riconosciuto fondate le osservazioni e il ricorso della Regione Sardegna e delle associazioni di consumatori.
Il numero dei passeggeri nei porti della Sardegna è passato da 6 milioni e 250 mila nel 2010 ai 5 milioni circa nel 2011 sino ai 3 milioni e 987 nel 2012, su numeri simili, ovviamente, ha inciso in maniera determinante l’aumento sproposito delle tariffe marittime. “Non bisogna dimenticare – aggiunge l’esponente della Giunta regionale – che dietro gli oltre due milioni di passeggeri su nave in meno nel biennio 2011 – 2012, c’è una perdita di circa tre milioni di presenze nel comparto dell’accoglienza e della ricettività, facendo ‘volatilizzare’ un fatturato di circa mezzo miliardo di euro e tutto il suo effetto moltiplicatore verso l’indotto, costituito di produzioni agroalimentari, artigianali e del piccolo commercio. Perciò, sarebbe auspicabile, oltre alla già avvenuta ‘class action’ dei consumatori, anche quella da parte delle imprese”.
“Ma non solo – conclude Crisponi – bisogna, altresì, considerare la pesante contrazione nell’occupazione della filiera turistica, che ha visto diminuire di oltre il 20% le assunzioni, specie quelle ‘stagionali’, lasciando a casa 8 mila lavoratori, in particolare giovani, che nel comparto turistico trovano quelle possibilità difficilmente individuabili in altri settori. Per loro ci attendiamo azioni di tutela simili a quelle avute dai dipendenti della Tirrenia: non si capisce, infatti, perché debbano avere disparità di trattamento”.