Quella domanda senza risposta
Una politica che non produce buon governo per il territorio, diventa dispolitica. Si persegue l'interesse di altri rispetto a quello dei cittadini. Ma intanto l'aeroporto di Alghero muore...
La prima e unica volta che conobbi personalmente un Senatore della Repubblica, fu circa ventiquattro anni fa. Ero poco più che un ragazzo, ma già lavoravo in proprio. L’ultima occasione in cui lo sentii al telefono, lo chiamai per chiedere come mai non pagava la fornitura di infissi, che avevo installato nella sua villa. Si offese. Mi spiegò che lui era un uomo molto influente e che le sue aziende fatturavano diversi miliardi di lire. “Bene – pensai tra me – allora pagami la fattura”. Lo pensò anche il giudice del tribunale al quale dovetti rivolgermi per ottenere il saldo delle mie competenze. Fu condannato a pagare il dovuto e a risarcirmi. L’anno dopo, scoppiò tangentopoli e lui, come molti altri scomparirono dalla scena. Per fortuna. Da allora, imparai ad evitare certe frequentazioni. Eppure, ricordo che, ai tempi della scuola, ci raccontavano come la politica fosse una cosa bella, nobile, alta. Fatta apposta per uomini per bene, con grandi ideali. In particolare i Senatori; che erano considerati i padri nobili; i saggi. Insomma, era un qualcosa che prevedeva un alto spirito di sacrificio da parte di alcuni singoli, a beneficio dei molti. E il loro obiettivo, era solamente il buon governo della “polis”; cioè la città, per dirla con l’antico nome greco, da cui, poi, è derivato il termine moderno di “politica”. Questo genere di uomini, attraverso le proprie conoscenze, la cultura, l’intelligenza, l’intuito e un alto senso del dovere, in epoche passate, ha contribuito al progresso della nostra società; a diffondere e consolidare uno stato di benessere e di giustizia sociale.
Negli ultimi decenni, tuttavia, i palazzi della politica sono stati occupati in misura sempre maggiore da personaggi che intravedevano, nella gestione della cosa pubblica, la possibilità concreta di perseguire i propri interessi. Un mezzo, attraverso il quale raggiungere il potere personale. Prevaricando, anziché servendo. Uno strumento utile al proprio arricchimento patrimoniale, talvolta con mezzi legali, altri illegali, ma comunque sempre a discapito di interessi della collettività che li aveva delegati; fatti salvi gli amici e tutti coloro che potevano contribuire ad alimentare il gioco. Il risultato, lo conosciamo e lo abbiamo sotto gli occhi, ogni giorno; a tutti i livelli e in ogni angolo d’Italia. Siamo alla dis-politica; cioè: l’esatto contrario di ciò che dovrebbe essere. E la Sardegna, in questo, non fa eccezione.
Alghero, da oltre cinquant’anni è il portone d’ingresso principale per il turismo in Sardegna. Con il suo aeroporto, il suo sistema ricettivo, la sua cultura dell’accoglienza. E’ stata la prima ad aprirsi al turismo internazionale; è stata ancora la prima, a creare un nuovo modello di turismo destagionalizzato, puntando sul low-cost. Ora, nonostante l’interesse di tutto il territorio sia evidente e noto a tutti, la “dis-politica” portata avanti dall’amministrazione Regionale, in sintonia col governo centrale, sta andando in direzione diametralmente opposta, rispetto a quelle che sarebbero le nostre lecite aspettative. Si favoriscono, insomma, gli interessi di “altri”. Dove “altri”, sta per Alitalia. Ci sarebbe da scandalizzarsi, ma purtroppo è diventata la prassi e nessuno ci bada più di tanto. Si borbotta, si mugugna, ma poi niente. Al dunque, queste persone camminano per strada ammirate e riverite. Così, nell’indifferenza dei più, le amministrazioni inique, prolificano; si moltiplicano. Così come le prese in giro ai danni dei cittadini.
L’ultima notizia beffa, è ancora recente. Il governo centrale, dopo aver speso fiumi di parole e preso impegni in ogni sede, non ha cancellato la famosa tassa d’imbarco che aveva fatto scappare Ryan Air, come promesso, ma l’ha soltanto “sospesa” fino al 31 Dicembre. Con il buon proposito, tuttavia, di cancellarla definitivamente, dall’anno prossimo. Forse. Nello stesso tempo, però, pur avendo platealmente disatteso i propri impegni, chiede alla compagnia aerea Irlandese di mantener fede ai suoi. «Tasse aeroporti, Governo mantiene impegni, ora tocca a @Ryanair» Questo il messaggio “senza vergogna” lanciato sul suo profilo Twitter dal Sassarese Silvio Lai. Anche lui Senatore della Repubblica. Sponda e riferimento a Roma del nostro territorio. Membro soddisfatto, di quel PD che insieme a Renzi, Delrio, Pigliaru e Deiana, sta umiliando la Sardegna intera; ne sta devastando il tessuto economico faticosamente costruito negli ultimi quindici anni. I dati sul traffico aereo, purtroppo, parlano chiaro anche per giugno. Dopo l’ecatombe di Aprile e Maggio, gli arrivi internazionali sullo scalo Algherese, continuano ad essere in calo di circa il quaranta per cento. Che non è un calo; è una tragedia. Il quesito, però, a questo punto, non è più sul perché lo facciano; giacché una mezza idea ce la saremmo anche fatta; piuttosto, invece, sul “fino a quando dovremo sopportare tutto questo”. E pur spiacendomene moltissimo, questa, è proprio quel tipo di domanda che rimane sempre senza risposta.