Sardegna presa a schiaffi: Antitrust, 8 milioni allo stato
Una beffa senza precedenti. Gli 8 milioni e 445 mila euro stabiliti per il cartello messo in atto nell’estate del 2011 saranno riscossi dallo Stato, dall’agenzia delle entrate . Le quattro compagnie che navigano nei nostri mari dovranno infatti pagare, ognuno la sua parte, utilizzando l’allegato modello F24. Basta leggere la delibera del Garante. 5 milioni 462 mila 310 euro che dovrà pagare Moby, i 2 milioni 370 mila 795 euro a carico di Gnv, i 231 mila euro richiesti a Snav e i 42.575 a Marinvest devono essere pagati “entro il limite dei 90 giorni dalla notificazione del provvedimento, utilizzando l’allegato modello F24”, è scritto nella delibera. E tra i beneficiari non appare certo la Regione Sardegna. Gli armatori potranno presentare ricorso: entro 60 giorni dalla notifica al Tar del Lazio; entro 120 al presidente della Repubblica. Gnv si opporrà alle multe davanti al giudice amministrativo. Moby oggi fa conoscere la sua posizione con una conferenza stampa, ma in soldoni, almeno per ora quei soldi andranno nelle casse dello stato.
Le multe sono poco rispetto al danno causato alla Sardegna, che è stata messa in ginocchio da quete rincari, ma sicuramente costituiscono un primo importante segnale per ripristinare la legalità sul traposrto e sul mercato. Anche il Il Codacons si era espresso a favore per la decisione dell’Antitrust: “La vicenda nasce da un nostro esposto – spiega il Codacons – Nel 2011, infatti, a seguito di numerose segnalazioni degli utenti che denunciavano rincari generalizzati per le tariffe dei traghetti sulle rotte Civitavecchia-Olbia, Genova-Olbia e Genova-Porto Torres, presentammo un dettagliato esposto all’Antitrust, chiedendo di aprire un’indagine volta a verificare la sussistenza di intese anticoncorrenziali sui prezzi a danno dei cittadini. L’accertamento dell’esistenza del cartello da noi ipotizzato e la sanzione da 8 milioni di euro da parte dell’Autorità rappresentano dunque una nuova vittoria del Codacons e dei consumatori, per la quale esprimiamo vivo apprezzamento”, conclude l’associazione. ” Però il problema ora è che a beneficiare di questo riconoscimento di illegalità verso i sardi, non sono proprio i sardi, ma lo stato.