Cinghiale taroccato: era maiale
Veniva spacciato per cinghiale ma invece era una bufala, o meglio, era maiale. E dunque i salumi fatti con la carne del maiale, venivano venduti come fosse fesa di cinghiale e filetto, con un valore sul mercato triplo rispetto a quello prestabilito per la razza suina. Risultato: scatta l’accusa di frode. Sotto accusa il salumificio “Su Sirboni” di Settimo San Pietro.La truffa è stata scoperta dagli ispettori dell’Ufficio repressione frodi di Cagliari. L’azienda “Su Sirboni” di Settimo San Pietro, secondo le accuse, avrebbe confezionato e venduto salumi di cinghiale ma in realtà utilizzando carne di suino.
Il sequestro è avvenuto circo un mese fa, quando gli inquirenti hanno sequestrato500 confezioni di salumi artigianali in otto punti vendita dell’isola. 360 confezioni erano di falso filetto di cnghiale e 133 di falsa fesa. il titolare dell’azienda Antonio Vacca è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di frode nell’esercizio del commercio: sul mercato il prezzo del cinghiale è di tre volte superiore a quello del suino. Ma durante l’interrogatorio il proprietario ha addebitato l’errore non volontario di un suo tirocinante, asserendo che si è trattato di un errore di etichettatura.