Truffe ad Alghero e Sassari: denunciata 29enne campana

Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Sassari hanno denunciato all’autorità giudiziaria una 29enne residente nell’hinterland di Napoli per truffa pluriaggravata, ricettazione ed uso di cose con impronte di pubblica autenticazione contraffatte.

Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Sassari, a conclusione di una meticolosa indagine, hanno denunciato all’autorità giudiziaria una 29enne residente nell’hinterland di Napoli per truffa pluriaggravata, ricettazione ed uso di cose con impronte di pubblica autenticazione contraffatte. La donna era già nota alle forze dell’ordine per aver commesso gli stessi reati in altre parti d’Italia. La vicenda risale alla primavera, quando la ragazza, dai modi gentili e di bell’aspetto, fingendosi una turista di passaggio, si era presentata in alcune gioiellerie di Alghero e di Sassari esibendo svariati gioielli in oro bianco (catenine e braccialetti) e, facendo credere che si trattasse di preziosi di famiglia, li aveva ceduti alle gioiellerie ricevendo il corrispettivo del loro valore, per alcune migliaia di euro.

Le vittime non avevano sospettato nulla, il materiale, apparentemente di ottima fattura, era una perfetta imitazione di gioielli in oro bianco, e, al momento della cessione, era stato sottoposto ad un “test immediato ” per la verifica della presenza di metallo nobile con esito positivo. Inoltre, era munito di regolare punzonatura di identificazione della caratura “750”, nonché del timbro di fabbricazione riconducibile ad una bottega artigiana toscana specializzata nella lavorazione e produzione di preziosi. Dopo alcune settimane, le vittime, sospettando irregolarità, avevano presentato denuncia; venivano così eseguiti sulla merce più approfonditi esami di laboratorio dal cui esito si scopriva la truffa consumata, poiché quei monili erano stati prodotti con una lega di semplice metallo, mentre non c’era alcuna traccia di oro, ne di altro metallo nobile.

Le accurate indagini avevano permesso di risalire all’identità della cliente, che è stata così deferita all’Autorità Giudiziaria. Si è anche scoperto che la punzonatura dei preziosi era stata eseguita con l’abile clonazione del timbro di identificazione della fabbrica produttrice. La vicenda non è isolata. Circa due anni fa, gli investigatori della Squadra Mobile avevano scoperto un gruppo di ragazze, anch’esse provenienti dalla Campania, ritenute responsabili di numerose truffe ai danni di gioiellerie, eseguite con l’identica tecnica e che avevano provocato un rilevante danno economico alle vittime. Sono in corso ulteriori accertamenti per individuare eventuali reti di collegamenti tra i vari gruppi criminali dediti a simili reati.

 

17 Settembre 2016