Aree di crisi, Piras: «Alghero fuori? Nessuna discriminazione»
L'assessore all'indutria Maria Grazia Piras interviene dopo l'esclusione del territorio algherese dall'area di crisi complessa che comprende Porto Torres e Sassari: «L’identificazione delle aree di crisi in Sardegna è il risultato della corretta interpretazione delle norme, a tutela di tutte le aree»
«Il territorio di Alghero non è discriminato. L’identificazione delle aree di crisi in Sardegna è il risultato della corretta interpretazione delle norme, a tutela di tutte le aree». È quanto afferma l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, dopo l’esclusione del Comune dalle aree di crisi complesse. Sulla vicenda erano intervenuti qualche giorno fa i sindaci di Alghero, Sassari e il consigliere regionale Marco Tedde (LEGGI). Mario Bruno aveva lanciato una sorta di ultimatum alla Regione (LEGGI), chiedendo di rimediare e minacciando l’uscita di Alghero dalla Rete Metropolitana.
«Nella delibera numero 49/1 del 13 settembre 2016 – spiega l’assessore – la Giunta Regionale aveva individuato quale territorio per il riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa legato alla deindustrializzazione del petrolchimico di Porto Torres i Sistemi Locali del Lavoro di Sassari e Alghero. A seguito di istruttoria tecnica, il Mise ha raccomandato di ridurre la perimetrazione della suddetta area complessa per renderla più coerente con le previsioni normative, a pena di estromissione dell’intero territorio dal riconoscimento di crisi industriale complessa».
«Per scongiurare questa prospettiva, che avrebbe impedito all’intero territorio di beneficiare della legge 181 del 1989, anche in termini di attrazione degli investimenti, la Giunta conformemente all’istruttoria tecnica del Mise ha identificato quale area di crisi industriale complessa il Sistema Locale del Lavoro di Sassari, comprendendo nella proposta i Comuni di Sassari e Porto Torres. Riconosciuta tuttavia la gravità della situazione socio-economica dell’intero territorio, l’esecutivo esaminerà a breve una proposta di identificazione di aree di crisi non complesse ai sensi del decreto del Mise 4 agosto 2016 che, dopo una consultazione con le Regioni, è stato emanato il 4 ottobre scorso» – viene spiegato dall’assessorato dell’industria.
«Il Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 31 gennaio 2013 ha disciplinato le modalità di individuazione delle situazioni di crisi industriale complessa e ha determinato i criteri per la definizione e l’attuazione dei Progetti di riconversione e riqualificazione industriale. In particolare, – ricorda inoltre l’assessorato dell’Industria – sono definite “crisi industriali complesse” quelle che riguardano specifici territori soggetti a recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale derivante da una crisi di una o più imprese di grande o media dimensione con effetti sull’indotto, e da una grave crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione nel territorio».