Stintino: Puc adottato in via definitiva
A tre anni dall’adozione del Puc (era il 28 giugno 2010), ieri 24 giugno il consiglio comunale di Stintino all’unanimità ha adottato in via definitiva lo strumento urbanistico. La conferma che viene fuori da questo lungo e tortuoso percorso durato 6 anni, è la notevole riduzione delle volumetrie per l’edilizia, l’attenzione per l’ambiente e la valorizzazione del territorio. Durante la seduta del consiglio di ieri è stato il sindaco, Antonio Diana, a ripercorrere l’iter che ha condotto al piano urbanistico comunale. A partire dalla formazione dell’Ufficio del piano, allora presieduto dall’ingegner Giovanni Spanedda e ora da Massimo Ledda, quindi architetti, agronomi, geologi e vari esperti, per arrivare all’approvazione delle linee guida.
«Queste – ha detto il primo cittadino – mostrano come la vocazione turistico-agricola del nostro comune dovesse fondersi con il valore ambientale e con il patrimonio storico e archeologico presente nei 54 km quadrati di territorio». Il Puc quindi realizza una radiografia del suolo stintinese e da una prima analisi mostra le capacità volumetriche delle varie lottizzazioni. Volumetrie che – precisa Antonio Diana – dal 2004, con la legge regionale numero 8, e poi con lo stesso Puc, sono state ridotte. A partire da Capo Falcone dove da 187mila metri cubi vigenti nel 1992 si è passato a 55mila nel 2004 e con il Puc a 37mila. A Cala Rosmarini dove da 127mila metri cubi si passa a 33mile del 2004 e alle 21mila del Puc. Quindi ancora con il progetto Punta Su Turrione (località ex Bagaglino), che da 68mila metri cubi residui passa a 34mila».
Una diminuzione quest’ultima in realtà già prevista con la delibera comunale del 2006 e che qui viene confermata. Viene eliminata infatti la capacità edificatoria nella parte esterna del villaggio, quella che guarda il mare di fuori, per essere spostata nelle zone interne, dove esistono già urbanizzazioni primarie, per riqualificare il villaggio, gli impianti sportivi e il verde. «È stato così scongiurato – ha aggiunto a margine il primo cittadino – il tentativo di una grossa speculazione edilizia di circa 15mila metri cubi sulla falesia esterna, a meno di 50 metri dal mare. Il Puc, che ha spento diversi appetiti speculativi, mi ha attirato le antipatie di alcuni costruttori e imprenditori edili senza scrupoli che non si stanno risparmiando in una campagna mediatica diffamatoria nei miei confronti. La riduzione delle volumetrie dimostra, invece, come ci siamo battuti per l’ambiente e la salvaguardia del territorio», ha concluso Antonio Diana.
Il sindaco quindi ha proseguito ricordando tutti i progetti speciali: della Pelosa, dello stagno di Casaraccio, di Ezzi Mannu, del Parco urbano e, in particolare dell’Ovile del Mercante e di Pozzo San Nicola. In questi ultimi due si prevede la realizzazione di aree per la costruzione di prime case con agevolazioni per i giovani. Il Puc nell’arco dell’ultimo anno si è arricchito delle schede sui beni culturali e archeologici, con le quali è stato approfondito lo studio del patrimonio storico del territorio e ha aperto un confronto con la Soprintendenza e la Regione. Al piano poi è stato aggiunto, in conformità con le ultime normative intervenute dopo il 2010, lo studio del territorio e della situazione idrogeologica.
Adesso la palla passa alla Regione per la verifica di coerenza. Entro novanta giorni dalla trasmissione del piano la Regione dovrà rispondere e, in caso di risposta positiva, il Puc potrà essere pubblicato sul Buras e diventerà legge urbanistica. Si sono quindi succeduti gli interventi dell’assessore Antonella Mariani, dei consiglieri Francesca Demontis, Gavina Unali, Gavino Scano, Antonio Scano e Martino Cugusi che assieme al primo cittadino hanno elogiato i tecnici «per aver lavorato assiduamente e con serietà».