Peste Suina, la Regione rassicura i ristoratori
La Regione è al lavoro oggi come non mai rispetto agli ultimi anni per debellare la peste suina africana. “Si tratta di una pluridecennale vertenza, – spiegano da Cagliari – che non è più solo sanitaria ma sociale e che si scontra con radicate tradizioni culturali. Solo in queste ultime settimane, grazie al pressing della Giunta, sono stati ottenuti risultati concreti pur in un contesto complesso: un primo sblocco dell’export per le aziende suinicole sarde che lavorano carne non locale, e il via libera alla possibilità di regolarizzazione delle aziende in zone di sorveglianza, comprese la deroga alla macellazione e alla movimentazione, e alle macellazioni a domicilio per uso famiglia. Sono interventi che interessano circa 3mila aziende suinicole sarde”.
È solo un primo passo, certamente non risolutivo, ma importante. “Parallelamente, – prosegue la nota della Regione – si sta ultimando il piano per la lotta al pascolo clandestino, che sarà operativo da luglio, e che si aggiunge a quanto già contenuto nel decreto dell’assessore della Sanità sulla cattura e l’abbattimento dei maiali non censiti. Occorre anche precisare che in un anno grazie ai provvedimenti della Regione si sono regolarizzate oltre 2mila aziende suinicole”.
Quanto agli altri provvedimenti, non è vero che la Commissione europea avrebbe “bocciato” i piani di eradicazione della peste suina della Sardegna: “E’ proprio vero il contrario, perché ogni programma viene anticipatamente analizzato e vistato sia dal ministero della Salute che da Bruxelles. Tutte le richieste della Commissione arrivate successivamente sono in via di attuazione, compresa l’anagrafatura. In ogni caso, la buona riuscita e la piena attuazione dell’anagrafe dei suini dipendono anche dalla collaborazione delle aziende e dalle organizzazioni agricole cui spettano le azioni di sensibilizzazione, così come previsto dal protocollo del maggio 2012 (articolo 1). Infine, sul pericolo paventato che i ristoranti non possano più servire porcetto sardo è falso, visto che nel territorio regionale non esistono divieti di commercializzare le nostre carni suine”.