Uccise un cane trascinandolo sull’asfalto: concessa la “messa alla prova” al pastore di Irgoli
L'uomo, ieri, si si è seduto davanti al giudice e ha cercato di spiegare le ragioni del suo crudele gesto: «Ero esasperato – ha detto – in quel periodo i randagi stavano sbranando i miei animali. Ma sono pronto a rimediare». Ora estinguerà il suo reato lavorando per quattro ore alla settimana per il Comune di Loculi, e risarcirà il danno pagando 500 euro.
Aveva ucciso un cane trascinandolo con l’auto sull’asfalto: ora estinguerà il reato curando il verde. E’ quanto deciso dal giudice monocratico che ieri mattina ha accolto la richiesta della difesa dell’allevatore di Irgoli che il 5 aprile del 2014 aveva legato una corda al collo ad un cane che disturbava il suo gregge, trascinandolo per chilometri lungo la strada che da Capo Comino porta a Irgoli, fino a farlo morire tra atroci sofferenze, letteralmente scuoiato. L’uomo, dopo essere uscito di strada, era stato intercettato dai carabinieri che la’vevano denunciato.
La Procura, che gli aveva contestato anche l’aggravante di aver commesso il fatto davanti a un minore, si era opposta alla possibilità di far accedere l’imputato alla messa alla prova, così come le associazioni che tutelano i diritti degli animali, costituitesi parti civili: l’Enpa, l’Anpana, la Lega antivivisezione, la Lega nazionale per la difesa del cane. Ma il giudice monocratico per ora ha sospeso il procedimento.
L’uomo, ieri, si si è seduto davanti al giudice e ha cercato di spiegare le ragioni del suo crudele gesto: «Ero esasperato – ha detto – in quel periodo i randagi stavano sbranando i miei animali. Ma sono pronto a rimediare». Ora estinguerà il suo reato lavorando per quattro ore alla settimana per il Comune di Loculi, e risarcirà il danno pagando 500 euro. Nella prossima giudice verificherà se il percorso di messa alla prova è andato a buon fine.