Nuove ricerche nell’Archivio Storico sull’inquisizione

Dalla Gallura alla Barbagia: l’opera del Tribunale dell’Inquisizione di Alghero nei paesi dell’antica Diocesi, tra streghe e banditi

Le ricerche e gli studi condotti dalla dott.ssa Alessandra Derriu, archivista della diocesi di Alghero-Bosa, che da tempo si occupa dell’Archivio Storico Diocesano, hanno portato negli ultimi anni all’individuazione dell’Archivio del Tribunale dell’Inquisizione vescovile della diocesi di Alghero (XVIII sec.), che perseguiva stregoneria, superstizione, fatture, sortilegi, invocazione del demonio, arti divinatorie, medicina popolare, eresia, e tutta una serie di reati legati al mondo della magia e dell’occulto.

Il lavoro archivistico ha riguardato il riordinamento della documentazione nel suo complesso, quello storico, dapprima lo studio della sede centrale del Tribunale, con i reati commessi nella città di Alghero, e successivamente l’azione dell’Inquisizione nella periferia, da Ozieri a Nuoro. Sono state analizzate ora le denunce prodotte, tra il 1709 ed il 1776 nei paesi dell’antica diocesi: Benettuti, Bolotana, Bono, Borore, Bortiocoro, Dualchi, Gavoi, Monti, Nuoro, Orani, Orotelli, Oschiri, Ozieri, Putifigari, Sarule. Molti di questi centri adesso fanno parte delle diocesi di Ozieri e Nuoro.

Si aggiunge un importante tassello di storia che aiuta a completare il quadro tracciato nella prima fase dei lavori. Emerge con chiarezza l’azione pastorale dei vescovi che presiedettero il Tribunale nel territorio e che portarono avanti una linea di condotta che si dimostrò non punitiva e repressiva ma educativa e dissuasoria. I presuli agirono da giudici ma soprattutto da pastori del proprio popolo, coadiuvati da un rete capillare di commissari e delegati (parroci, sacerdoti, religiosi, avvocati e notai) che operò dalla Gallura alla Barbagia.

Alcuni dei reati perseguiti sono simili a quelli riscontrati per Alghero, (ricerca di poteri magici, tesori, filtri d’amore, medicina dell’occhio ecc.), sebbene cambino rituali e procedimenti utilizzati, altri sono maggiormente legati a fenomeni tipici delle zone dell’interno in quel particolare periodo.

Le storie ambientate nel mondo della delinquenza ci permettono di riscontrare come criminalità e banditismo fossero spesso legati alla magia e alla superstizione. Fughe dal carcere, sparatorie, omicidi, furti, fanno da sfondo all’agire di streghe e maghi impegnati nell’aiutare i fuorilegge a sottrarsi alla giustizia, a ricercare l’invulnerabilità, ad eliminare l’avversario. I nuovi studi saranno a breve resi noti e pubblicati in un volume che racchiuderà le recenti scoperte.

Il vescovo di Alghero-Bosa, Mauro Maria Morfino, unitamente al direttore dell’Ufficio dei Beni Culturali Diocesani, don Paolo Secchi, e al direttore dell’Archivio, don Antonio Nughes, hanno espresso il loro compiacimento per l’avanzamento delle ricerche.

2 Novembre 2016