Presentata la quinta edizione di “Grenaches du Monde”
Alghero ospiterà il momento del concorso vero e proprio, che il 10 febbraio metterà a confronto i campioni di vino provenienti dai produttori italiani, francesi e spagnoli
“Grenaches du Monde 2017 non sarà soltanto un concorso enologico dedicato ai vitigni Cannonau, ma il primo momento di un percorso comune tra i consorzi sardi, italiani, francesi e spagnoli per una crescita reciproca e la promozione comune di quello che è uno dei vini più rappresentativi del Mediterraneo”. Lo ha detto oggi a Jerzu l’assessora dell’Agricoltura Elisabetta Falchi durante la presentazione della manifestazione che si terrà in Sardegna nel febbraio 2017.
La quinta edizione del concorso, che sarà organizzato dall’agenzia regionale LAORE in collaborazione con il Conseille interprofessionel des Vins du Roussillon (CIVR) detentore del marchio, si svolgerà dall’8 all’11 febbraio 2017 e toccherà diverse zone dell’Isola. “Sarà un evento articolato su più territori – ha spiegato l’esponente della Giunta – perché riteniamo che la Sardegna sia una terra da scoprire e il Cannonau abbia molte aree di produzione diverse da far conoscere: Grenaches è davvero un’opportunità da non perdere, non solo per i Cannonau ma per presentare al mondo anche le altre produzioni”.
Alghero ospiterà il momento del concorso vero e proprio, che il 10 febbraio metterà a confronto i campioni di vino provenienti dai produttori italiani, francesi e spagnoli. Inoltre, commissari, partecipanti e stampa saranno accompagnati anche a conoscere gli areali vitivinicoli del Nuorese, degustare i vini dei produttori e entrare in contatto con l’identità culturale sarda grazie alla visita del Museo etnografico di Nuoro e del sito nuragico di Barumini. Infine l’11 febbraio, Cagliari ospiterà la festa finale di commiato all’ex Manifattura Tabacchi. Tante le iniziative culturali correlate al Grenaches e ancora in corso di definizione.
La conferenza stampa si è inserita nel meeting internazionale che oggi a Jerzu ha riunito per la prima volta i rappresentanti dei consorzi di tutela dei vini Cannonau/Grenache/Grenacha italiani, francesi e spagnoli per valorizzare le produzioni e avviare ulteriori collaborazioni come il progetto dei Grenaches del Mediterraneo. “Stiamo creando una rete di relazioni solide con francesi, spagnoli e i consorzi italiani, per arrivare a un’alleanza non finalizzata solo alla promozione comune ma anche al rafforzamento della ricerca, grazie anche al coinvolgimento dell’agenzia regionale AGRIS, della stessa LAORE, dell’Università di Sassari e degli istituti di ricerca degli altri paesi”, ha detto ancora Falchi.
Cannonau, vino della longevità. Non solo, come ormai è sempre più noto a livello internazionale (soprattutto sulla stampa: ultimo esempio, l’articolo dei giorni scorsi della rivista americana Forbes dedicato ai centenari sardi e alla qualità della vita e del cibo nell’isola), è sempre più studiata la presenza del Cannonau nella dieta degli abitanti sardi più longevi. “La Sardegna è la terrà della longevità – ha detto la titolare dell’Agricoltura – e questo è dovuto alla vita sana che si conduce qui, all’ambiente incontaminato e alla qualità dei nostri prodotti agroalimentari, soprattutto del Cannonau che ha caratteristiche nutrizionali positive per l’organismo. Questo può essere un ottimo elemento di promozione non solo per la produzione sarda ma anche per quella degli altri paesi dove si coltivano le varianti del Cannonau”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche la direttrice di LAORE Maria Ibba, il presidente del Consorzio di tutela del Cannonau Marcello Usala, il presidente di Unioncamere Agostino Cicalò, il sindaco di Jerzu Roberto Congiu e quello di Alghero Mario Bruno, l’assessora delle attività produttive del Comune di Cagliari Marzia Cilloccu, insieme ai rappresentanti di CIVR e dei Consorzi di tutela dei vini sardi. “Auspichiamo che questa sia la prima di una lunga serie di edizioni di Grenaches du Monde ospitate in Sardegna: siamo al centro del Mediterraneo e vogliamo essere sempre più al centro delle rotte mondiali del vino”, ha concluso Elisabetta Falchi.