Province: 5 commissari in arrivo
Cinque province da commissariare. Sono quelle di Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia-Tempio (soppresse col referendum del 2012), e di Cagliari. Così ha deciso questa mattina il consiglio regionale, con i soli voti della maggiornaza, 38 a favore e 30 contrari. Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge il Consiglio dovrà attivarsi per approvare una legge di riforma costituzionale per l’abrogazione delle restanti province storiche di Sassari, Nuoro e Oristano.
“L’abrogazione delle province rispetta la volontà popolare, espressa in maniera netta ed inequivocabile con il voto referendario” – ha dichiarato il presidente Ugo Cappellacci al termine del voto sulla legge che costituisce l’atto finale delle cosiddette nuove province. “Spiace – ha aggiunto Cappellacci – che ancora una volta si registrino resistenze ad un processo di cambiamento, che non può essere fermato, e che alcune forze politiche siano ancora concentrare nella conservazione del quadro esistente e di antiche rendite di posizione. Con il voto di oggi invece la Sardegna si conferma antesignana di un percorso innovativo che a livello nazionale é stato solo annunciato e mai realizzato. L’abrogazione delle province apre la strada – ha concluso il presidente – ad un nuovo protagonismo di quei Comuni che sono da sempre il primo punto di riferimento del cittadino”.
Una breve dichiarazione è stata postata nel pomeriggio sul proprio profilo Facebook dal consigliere regionale del Partito democratico, Mario Bruno: “Per essere chiari: sono per il rispetto dell’esito referendario. Lo ero anche un anno fa. Cappellacci e la sua maggioranza hanno avuto un anno di tempo per riformare l’ordinamento delle autonomie locali e noi avremmo dato il nostro contributo. Hanno preferito commissariare, non abolire, non superare le province, senza una riforma (e i servizi? il personale? il riordino delle funzioni?), magari mettendo ora a capo ora i loro amici, come hanno sempre fatto, sovvertendo il mandato popolare. Da Mercoledì entreremo nel merito della riforma, ma come sempre capita a questo presidente, partendo dalla coda.”