Referendum, appello dei Riformatori ai sardi: «andate a votare e non disertate le urne»
«E' in gioco l'istituto referendario, il vero strumento di Democrazia in mano ai cittadini. I partiti devono stare alla larga dalla consultazione lasciando liberi gli elettori di barrare la casella del Si o del No».
«Il referendum costituzionale del 4 dicembre è dei cittadini e non dei partiti, che anzi devono stare alla larga dalla consultazione, lasciando liberi gli elettori di decidere». Lo sostengono i Riformatori sardi che ieri mattina, in piazza Costituzione a Cagliari, hanno spiegato la loro campagna a favore del voto. «Chiediamo ai sardi di andare in massa a votare il 4 dicembre. Decideranno gli elettori se barrare la casella del sì o del no. L’importante è andare ai seggi».
«È in gioco – sostengono i Riformatori sardi – l’istituto referendario, un vero strumento di democrazia diretta in mano ai cittadini. E tale deve rimanere. Ecco perché i partiti devono tenersi alla larga dalla consultazione. Riempire di contenuti partitici uno strumento che per sua natura deve essere degli elettori e non dei partiti è il solito modo della partitocrazia per occupare posizioni e espropriare i cittadini di un loro diritto.»
«Del resto – continuano – è un dato di fatto che si parli molto poco di bicameralismo o monocameralismo o dei poteri delle Regioni secondo la legge costituzionale su cui siamo chiamati a esprimerci, mentre si discute molto di più su cosa succederà al governo Renzi in caso di vittoria del no, se ci sarà un governo tecnico o, se vincerà il sì, di cosa capiterà a questo o a quel leader dell’opposizione».
«Qualunque sia il risultato non succederà nessuna catastrofe. Ma sarà una vittoria della democrazia e del referendum solo se gli italiani affolleranno i seggi per dire cosa ne pensano davvero della riforma costituzionale. Questa è la posizione che abbiamo assunto in tutti i referendum che abbiamo promosso, da quelli dell’elezione diretta del presidente della Regione a quello dell’abolizione delle Province. I partiti fanno abbastanza danni in Parlamento e nei Consigli regionali. Non rovinino ora l’unico strumento che fa davvero contare i cittadini» – concludono.