“La soppressione delle province restiturà centralità ai territori”
“Con la soppressione delle province i territori potranno riappropriarsi di un ruolo di autentica rappresentanza che la politica aveva attribuito ad entità create per esigenze proprie e non per quelle della comunità. Sono fiero di aver rispettato la volontà popolare, certificata dal voto dei sardi, e di aver respinto i rigurgiti di conservatorismo che rischiavano di rimettere in discussione un risultato acquisito”. Così il presidente Cappellacci replica alle critiche sulla legge approvata dal Consiglio regionale per dare seguito all’esito referendario. “Sono i Comuni, non certo le province, – ha aggiunto il presidente- gli enti nei quali il cittadino si indentifica ed i veri rappresentanti di quegli interessi della collettività che non possono essere confusi con il numero di poltrone che vengono contese tra i partiti. I cittadini sono infatti interessati ad avere servizi e non alla carta intestata o alle targhe dei politici di turno”.
“I veri fautori del centralismo, che celano il loro volto dietro la maschera di paladini del territorio, sono pertanto coloro i quali vorrebbero arrestare questo processo e conservare per sempre la situazione attuale. Per anni – ha aggiunto Cappellacci- si è gridato allo scandalo per il numero esorbitante di province istituite nella nostra Regione e si è dibattuto sul ruolo svolto da quelle cosiddette “storiche”. Il ragionamento privo di logica, che taluni continuano a sostenere in maniera ostinata, secondo il quale l’attenzione verso una determinata area sarebbe direttamente proporzionale al numero di enti, ha condotto ad un’insensata moltiplicazione che non ha sortito alcun beneficio per la comunità”.
“Oggi che questa opinione diffusa ha anche il sigillo di una votazione democratica qualcuno vorrebbe negare l’evidenza? Dietro un apparente puntiglio formale – osserva il presidente- e le richieste di rinviare tutto “a tempi migliori” vi è solo l’istinto di sopravvivenza della politica sempre concentrata a parlare molto di sé stessa e poco di quanto accade fuori dal palazzo. Il voto del Consiglio regionale, che prevede anche il commissariamento della Provincia di Cagliari, sgombra il campo anche dall’ultima bugia: quella della “lobby” cagliaritana contrapposta agli altri territori. L’unica lobby è quella di chi oggi si arrocca in difesa della propria poltrona. Una lobby priva di seguito popolare perché i difensori delle province sanno benissimo che i cittadini non vogliono mantenere gli enti abrogati, perché altrimenti avrebbero invitato gli elettori a recarsi in massa per votare “No” al referendum. Invece dopo aver tentato di far passare sotto silenzio i quesiti, ora provano a ribaltarne il risultato per altre vie”.