Bilancio consuntivo: parola al consigliere Serra

Credo che il primo dato inconfutabile sia rappresentato dalla complessità della normativa in materia di enti locali e, in particolare, visto che di rendiconto consuntivo dobbiamo parlare, da quella relativa alle entrate e alle spese di questo ente che siamo stati chiamati ad amministrare. Una complessità che definirei il bizantinismo di cui è pervaso l’intero Paese e che costituisce un evidente ed indiscutibile ostacolo alla celere amministrazione. In parole povere se il buon padre e la buona madre di famiglia che avevano (perchè troppo pochi ancora hanno in questi tempi di crisi) uno stipendio fisso potevano programmare le uscite mensili con una certa sicurezza, sapendo quali sarebbero stati gli introiti futuri, non altrettanto si può dire delle amministrazioni pubbliche, chiamate ad aggiustare i loro bilanci in corso d’anno e svariate volte a causa delle continue modifiche alle loro disponibilità economiche. Questo è certamente accaduto nel 2012, anche in conseguenza delle diverse manovre finanziare impegnate a limitare le spese degli enti locali e della pubblica amministrazione in genere . Così, per noi Consiglieri comunali eletti a giugno del 2012 è stato di fatto quasi impossibile incidere nel bilancio di previsione del 2012, quel bilancio di cui oggi si discute il rendiconto e che, dalle dichiarazioni di voto già espresse, sarà certamente approvato.

Ritengo però utile ripercorrere quanto accaduto lo scorso anno. La prima volta che in maggioranza si è parlato di bilancio di previsione era agosto 2012. La giunta si era appena insediata e già si erano avute le prime polemiche sull’indicazione di alcuni assessori. I tempi erano serrati e così, quei pochi e significativi segnali di cambiamento che avremmo voluto inserire: aliquote IMU con molti più scaglioni e la destinazione di una piccola somma (circa 10 mila euro) al bilancio partecipato , non vennero accolti. Con il senno di poi ritengo che non utilizzare in modo partecipato anche solo piccole somme sia stato un errore. Oggi, molto probabilmente potremmo dire che a Caragol e al Carmine abbiamo messo almeno i giochi per i bambini. Invece non lo abbiamo fatto. Abbiamo amministrato con logiche ragioneristiche cercando esclusivamente di far quadrare i conti. Forse era la situazione economica generale, sicuramente hanno influito le varie manovre finanziarie. E’ un fatto che non sono individuabili in questo rendiconto vere politiche di sinistra. Non per rincarare la dose ma per evidenziare quanto sia stato complicato per le forze politiche di centrosinistra questo primo scorcio di consiliatura faccio l’esempio del Teatro Civico per il quale non si sono voluto o potute trovare le esigue risorse per la sua sistemazione, sembra €. 20.000,00, se non recentemente, con il risultato che la stagione teatrale è saltata e che nessuna scuola cittadina ha potuto utilizzare, per le sue rappresentazioni, l’unica struttura comunale esistente.

Rispedisco però al mittente tutte le illazioni sentite in questi giorni in quest’aula, in particolare quelle relative a presunte divisioni della coalizione di centro sinistra, divisioni che mi sembra abbiano invece contraddistinto la coalizione di centro destra che non solo ha perso le elezioni del 2012 ma aveva solo pochi mesi prima, a causa delle suo divisioni, rispedito a casa il suo autorevole Sindaco Marco Tedde. E’ un ulteriore fatto che il centrosinistra amministri importanti città sarde: Sassari, Nuoro, Cagliari e che recentemente abbia visto l’elezione di tantissimi Sindaci, tra cui il primo cittadino di Roma. Primo cittadino che guarda caso, per scegliere i propri assessori ha ritenuto opportuno avvalersi di curricula. Scelta peraltro già operata anche dal Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. E credo significativi i recenti insuccessi elettorali di Ragusa e Messina, a riprova che il metodo Crocetta (PD – UDC) non è né il passato, né il presente né il futuro del centro sinistra. Detto questo, mi sembra utile raccontare, per sommi capi, ai nostri concittadini che ci vedono e ci ascoltano, quanti soldi abbiamo speso per singole voci di spesa, e li invito a curiosare nell’albo pretorio che si trova nel sito istituzionale del comune e leggere almeno una parte della copiosissima documentazione allegata al rendiconto (ben più di 1000 pagine) perchè si tratta dei documenti più importanti della vita amministrativa della Città: c’è scritto come e dove i soldi vengono spesi e da dove arrivano.

Prima di tutto voglio individuare il problema dei residui, attivi e passivi. Si tratta di cifre veramente importanti: €. 104.000.000,00 di residui attivi, cioè di crediti da riscuotere accumulatisi nel corso degli anni di cui €. 25.000.000,00 anteriori al 2008 e 23.000.000,00 per il solo 2008!, €. 92.000.000,00 di residui passivi, cioè di debiti da pagare. Sui residui attivi non c’è più tempo da perdere: o SECAL procede con la riscossione coattiva o forse sarà il caso di valutare a cosa ci serve una partecipata che costa ai contribuenti circa €. 900.000,00 all’anno e alla quale garantiamo un’aggio anche sulla gestione ordinaria dei tributi che paghiamo in autoliquidazione. Credo poi che sia arrivato il momento di effettuare politiche di risparmi sulla spesa per energia elettrica per la quale abbiamo speso nel 2012 €. 1.159.909,50 e sulle spese postali il cui costo è stato di €. 213.968,25: molti comuni stanno esternalizzando il servizio, da poco il Comune di Porto Torres, ottenendo importanti risparmi. Si è giustamente intervenuti sulle locazioni che hanno gravato sul bilancio per €. 435.311,00 Sono stati ingenti gli interessi passivi versati alla Cassa depositi e prestiti (€. 636.245,59) e ad altri soggetti per finanziamenti (€. 1.017.154,53). A tali somme vanno poi sommati gli esborsi per rimborso di prestiti pari a complessivi €. 1.809.097,56. Infine, è stato evidenziato in questi giorni il costo del debito fuori bilancio dell’ex area Saica. Per i debiti fuori bilancio nel 2012 sono stati utilizzati €. 1.814.000,00 di entrate correnti. Approvato quindi il rendiconto ci aspetta la vera sfida quella del bilancio di previsione del 2013. Siamo, a mio modestissimo parere, in ritardo ma possiamo e dobbiamo lavorare per un bilancio veramente partecipato e credo che la prima cosa da fare, da subito, senza indugio, sia quella di tornare nei quartieri, così come si era fatto ad ottobre e novembre. Ad ascoltare e spiegare, a comunicare con chiarezza di quanti soldi realmente si potrà disporre e che cosa si farà e cosa non si potrà fare e scegliendo, insieme, quali priorità realizzare.

3 Luglio 2013