Sciopero globale delle donne l’8 marzo: anche Alghero e la Sardegna si mobilitano
L’8 marzo lo sciopero "Non una di Meno" sarà in tutta Italia, e anche in Sardegna. Le donne sarde si incontreranno a Cagliari, per una grande manifestazione regionale capace di rappresentare dentro la cornice generale della condizione femminile globale e nazionale, lo specifico delle donne sarde sui temi più urgenti: lavoro e povertà, formazione, welfare, cultura ed educazione, violenza, rappresentanza politica.
Dopo la grande manifestazione del 26 e 27 novembre a Roma e il lavoro fatto il 4 e il 5 febbraio a Bologna che ha visto oltre 1600 attiviste impegnate su otto tavoli tematici (lavoro e welfare, femminismo migrante, diritto alla salute sessuale e riproduttiva, educare alle differenze, percorsi di fuoriuscita dalla violenza, sessismo nei movimenti, narrazioni della violenza attraverso i media, piano legislativo e giuridico) per confrontarsi e di elaborare proposte, idee e progetti, ora il prossimo passo è quello dello Sciopero globale produttivo e riproduttivo delle donne fissato per l’8 Marzo, Giornata Internazionale della Donna. Una giornata di lotta e rivendicazione lanciata dalle donne argentine, che ha raccolto l’adesione di oltre 22 paesi al grido di “Se le nostre vite non valgono, non produciamo”. Differenti luoghi e contesti del mondo, ma analoga condizione di subalternità e violenza per le donne. Donne di ogni età, settantenni della prima ora del movimento e diciassettenni, insieme a donne delle altre generazioni che si ritrovano ancora, per lottare, programmare la propria azione e costruire un’agenda di proposte politiche da mettere all’attenzione di chi governa».
L’8 marzo lo sciopero “Non una di Meno” sarà in tutta Italia, e anche in Sardegna. Le donne sarde si incontreranno a Cagliari, per una grande manifestazione regionale capace di rappresentare dentro la cornice generale della condizione femminile globale e nazionale, lo specifico delle donne sarde sui temi più urgenti: lavoro e povertà, formazione, welfare, cultura ed educazione, violenza, rappresentanza politica. L’appuntamento è fissato alle 9.30 con concentramento in viale Buoncammino (fronte ex carcere), da cui partirà il corteo fino a piazza del Carmine. La giornata di lotta continuerà fino alle 22. Perché la Giornata dell’8 marzo è una giornata di lotta, non un’occasione per locali, ristoranti e fiorai di far girare l’economia, che ha preso vita dagli scioperi delle operaie che dai primi del Novecento che in tutto il mondo animarono le prime lotte per i loro diritti violati di persone e lavoratrici, che è proseguita poi attraverso tutto il secolo scorso corso con i grandi movimenti degli anni ’70, passando per Se non ora quando?, e arrivando fino ad oggi. Perché se è vero che la condizione femminile, grazie alle mobilitazioni delle donne, è migliorata nel corso dell’ultimo secolo, è anche vero che ancora tanto rimane da fare per costruire una reale uguaglianza tra uomo e donna, nel riconoscimento delle differenze.
Ad Alghero è l’associazione Rete delle Donne che sta lavorando per coinvolgere delle donne della città e portarle a Cagliari, in collaborazione con le associazioni di Sassari e del territorio (MOS, NoiDonne, Collettivo femminista, e altre ancora), con l’idea di organizzare un pullman per andare tutte insieme. Entro giovedì 30 è possibile dare la propria adesione chiamando i seguenti numeri: 3490512326 e 3482232687. Sempre giovedì 30 dalle ore 17 alle ore 19,30 sarà allestito in piazza Pino Piras un punto di servizio dove sarà possibile ricevere tutte le informazioni sull’iniziativa e presentare la propria prenotazione per i posti sul pullman.
«Invitiamo tutte le donne algheresi a partecipare, è importante esserci tutte – spiega Speranza Piredda, Presidente “la Rete delle Donne di Alghero”-. Sarà una giornata in cui reinventare le pratiche femministe a partire dalle forme specifiche di violenza, discriminazione e sfruttamento che viviamo quotidianamente, 24 ore al giorno, in ogni ambito della vita, che sia pubblico o privato. Perché noi donne sappiamo quanto la violenza sia ancora un fenomeno strutturale delle nostre società, uno strumento di controllo delle nostre vite e quanto condizioni ogni ambito della nostra esistenza: in famiglia, al lavoro, a scuola, negli ospedali, in tribunale, sui giornali, per la strada. Per questo dobbiamo essere tutte in piazza il prossimo 8 marzo astenendoci da ogni attività produttiva e riproduttiva che ci riguardi».