Ha un arresto cardiaco, lo congelano per 24 ore: è salvo
Un arresto cardiaco improvviso, ma senza alcun danno, grazie al pronto intervento del 118 Bologna Soccorso e la tecnica innovativa con cui i medici hanno letteralmente “congelato” il paziente. Il metodo impiegato, scrive il Resto del Carlino, è un kit di raffreddamento a placche, di produzione austriaca, utilizzato in Italia solo dall’ospedale Maggiore di Bologna. L’ipotermia fa affluire meno sangue al cervello del paziente, rallentando così l’attività e, in sostanza, facendolo consumare di meno, evitando quindi danni cerebrali. E’ il primo caso di questo tipo in Italia. L’episodio è avvenuto la settimana scorsa a Bologna. Uno studente 27 enne ha accusato un malore mentre sosteneva un esame. Fortunatamente gli è stato subito praticato un massaggio cardiaco da parte di una persona che si trovava sul posto e che gli ha salvato (la prima volta) la vita. Arrivano i soccorsi e, dopo aver trattato il ragazzo con un defibrillatore, i medici hanno utilizzato, appunto, la nuova tecnica citata, quindi il trasporto in ospedale:
“Hanno applicato al paziente 7-8 placche adesive rettangolari, contenenti un gel speciale in grado di ridurre velocemente la temperatura corporea – racconta il Resto del Carlino -. E in un’ora soltanto la sua temperatura era scesa a 33 gradi. In questi casi, le linee guida mondiali fissano fra i 32 e i 34 gradi il livello da raggiungere. Prima servivano spesso oltre quattro ore con i metodi tradizionali, come spugnature di ghiaccio e alcol. Invece, grazie all’innovativo kit di produzione austriaca, i medici hanno ottenuto l’obiettivo in tempi rapidissimi, facendo nel frattempo tutto il resto: manovre rianimatorie, trasporto in ambulanza e ricovero in ospedale”.
In seguito è stato trasferito in Cardiologia, dove sono stati disposti esami per approfondire la natura dell’arresto cardiaco e predisporre le azioni utili a prevenire futuri episodi. “Ricordo che stavo sostenendo l’esame, poi più nulla”, ha detto il ragazzo quando si è svegliato. “C’è grande soddisfazione — dice Giuseppe Di Pasquale, direttore della Cardiologia, al Resto del Carlino — grazie alla sinergia fra i reparti e ai nostri protocolli abbiamo salvato il paziente evitando danni neurologici. Ora, dopo gli esami, dovremo decidere se impiantargli un defibrillatore sottocutaneo”.
Tratto da www.fanpage.it ©