Al Miramare in cartellone “La Grande Bellezza” di Sorrentino
Da oggi viene proiettato in città il film di Paolo Sorrentino che lo scorso maggio ha rappresentato l’Italia al Festival del cinema di Cannes. Al contrario delle aspettative, la pellicola immeritatamente non ha ricevuto alcun premio e anche gli incassi al botteghino non sono stati esaltanti (al 1 luglio aveva incassato poco più di 6 milioni di euro a fronte di un budget stimato superiore ai 9 milioni). Il film racconta la storia dello scrittore giornalista Jep Gambardella, interpretato da Toni Servillo, diventato famoso con il suo unico libro “L’apparato umano”. Tra festini e serate mondane Jep, ormai 65enne, attraversa la movida romana con occhio disincantato e malinconico. In un carosello di personaggi bugiardi e al limite del grottesco, Jep osserva lo spaccato di un’Italia priva di speranza, di una città bellissima e cinica, dove la vita dei protagonisti si spreca, notte dopo notte, senza arrivare ad alcunché.
Quello di Sorrentino è un film sulla decadenza di uno stile di vita che non regge più, che si è affidato ad un finto divertimento che nasconde il vuoto. La perdita delle regole morali e dei rapporti tra le persone, sempre superficiali e legati da interessi di vario genere, ma mai profondi e uniti da sentimenti forti e duraturi. La Grande Bellezza è stato paragonato a La Dolce Vita di Federico Fellini, per le scene notturne in macchina, per gli squarci delle più suggestive “fotografie” della città immortale, per l’ansia di partecipazione al rito della festa e del puro esibizionismo. Ma, al contrario della pellicola felliniana che narrava un periodo storico in piena espansione verso un futuro possibile, l’opera di Sorrentino è il manifesto del deserto esistenziale.