Le ringhiere nell’uovo di Pasqua
A tre anni di distanza dal tragico incidente, in cui perse la vita Domenico Nurra, messe a dimora le nuove balaustre di protezione del Lungomare Dante. Quelle, della storica “Passeggiata” Algherese.
Era il 28 Marzo del 2014, quando Domenico Nurra finì la sua vita sulla base in cemento dei bastioni. In un tiepido pomeriggio d’inizio primavera, vicino alla Torre di San Giacomo. Si era poggiato al parapetto di ferro, per godere di quel raro momento. Come tante altre volte in passato. Col sole che scalda e il mare che riluccica. La moglie e gli amici intorno, erano tutto quello che chiedeva. Non serviva altro, per trascorrere qualche attimo in serenità, davanti a quel panorama mozzafiato. Certo, mancavano i figli e i nipoti, a cui era molto legato, ma solo per fortuna. Perché la vita in quel dannato pomeriggio, gli propose ben altro. Alcuni parlarono di tragica fatalità, quando la balaustra cedette sotto il peso delle sue mani, ma sarebbe stato più onesto parlare di incuria e di mancanza di senso di responsabilità pubblica. Ne sono la dimostrazione i tre anni di tempo, occorsi da allora, per arrivare a una soluzione effettiva. Da quando, cioè, dopo i tanti campanelli d’allarme precedenti, fu evidente a tutti che si doveva procedere quanto prima alla loro sostituzione. E pensare che a Changsha, nella Cina centrale, una impresa di costruzioni (la “Broad Sustainable Bulding Co.”) ha completato un grattacielo di 59 piani, in soli diciannove giorni. Nemmeno tre settimane.
Un altro mondo. Che noi, forse, non conosciamo ancora abbastanza. Un mondo alla rovescia, rispetto al nostro. Dove prima si fanno le cose e poi si lasciano parlare i fatti. Un mondo, dove non si perde tempo a parlare di politica. Ma la si fa. Giusta o sbagliata che sia; questo è un altro discorso. Quello che conta è che non si perde tempo ad autoincensarsi; né a definire strategie di alleanza; né a fare proclami; a riempire le pagine dei giornali di progetti futuri, che spesso rimarranno tali; a litigare e ad accusare; a criticare e a rimbrottare. Perché l’unica cosa che conta, è che se una cosa va fatta, la devi fare e basta. Poche chiacchiere, poche parole. Sono le azioni, a definire il nostro essere; quelle che dicono a tutto il mondo, di che pasta siamo fatti. Fatti, appunto; non parole. E di parole, sulle balaustre, ne sono state spese a fiumi. A iniziare dal giorno dopo quel tragico incidente, con il solito indecoroso rimpallo delle responsabilità. Per continuare una settimana dopo, quando l’allora sottosegretario alla cultura, Francesca Barracciu, presenziava un vertice in città; finito il quale, in un comunicato, si dichiarava che i Bastioni di Alghero, avrebbero potuto essere messi in sicurezza entro il vicino mese di Maggio. A leggerlo oggi, viene da sorridere; anche se, ci sarebbe da piangere. Soprattutto pensando al fatto che prima di montare quelle definitive, siamo passati attraverso annunci di Master-Plan, progetti internazionali, fanfare, transenne e, ahinoi, la realizzazione di parapetti provvisori.
Come a dire che, tutti noi, in procinto di rottamare l’auto ormai inservibile dopo un incidente stradale, dovremmo andare dal concessionario e acquistare come prima cosa, una vettura temporanea. Questa, si intende, in attesa che “il consiglio plenario di famiglia possa elaborare un adeguato progetto d’acquisto, individuando fra le possibili, la più idonea al mutato contesto socio-economico familiare”. Ve l’ho scritto, così come lo avrebbero detto loro, ma tradotto in parole povere significa che ci compriamo una Punto, provvisoriamente, in attesa di decidere se ci fa più comodo una Panda o una Golf. Una vera genialata, non c’è che dire. Di quelle che dopo che la senti, ti gratti la testa e ti chiedi se certe idee gli vengono proprio spontanee, o se, magari, ci devono studiare un po’ per arrivarci.
Insomma, sono passati tre anni da quel tragico giorno, ma ritornando ai fatti concreti dopo le parole, purtroppo, l’unica cosa certa è che Domenico Nurra, oggi non è più con noi. E meno che mai, a quanto se ne sa, è venuto in mente a qualcuno, di poter intitolare quel tratto di lungomare, in sua memoria. Un tratto di lungomare, interessato da un progetto di riqualificazione complessiva, ma ancora sconosciuto; in cui le ringhiere poste a dimora in questi giorni, si spera, possano ritrovare collocazione sicura, anche un domani. Sarebbe grave, se non fosse così. Dopo che, già adesso, abbiamo speso due volte per un unico prodotto, il “paghi tre e prendi uno”, sarebbe veramente troppo.
Tuttavia, non dobbiamo essere adirati. Perché l’amministrazione Algherese, comunque, ha più volte annunciato di avere a cuore il bene dei suoi concittadini. Così tanto che, con l’occasione della Pasqua, ha voluto fargli una sorpresa. Non date retta alle malignità; a chi dice che noi residenti, non siamo tenuti in alcuna considerazione; o a chi racconta che, anche se il progetto degli affacci a mare non era pronto, le ringhiere sono state messe, comunque e in tutta fretta, solo per presentare al meglio la città durante il “Giro d’Italia”. Si, è tutto vero; ma lo stesso, non dategli retta. Pensando al cioccolato, se è buono o non è buono, finireste per non godervi la sorpresa.