Ovicaprino, a Macomer la mostra nazionale sulla pecora di razza sarda
L’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria: «Regione e Governo impegnati per superare la crisi del comparto»
L’importante rassegna dedicata agli ovini di razza sarda fa anche quest’anno di Macomer il crocevia nazionale di migliaia di allevatori che puntano sul miglioramento genetico e produttivo delle proprie greggi. L’11esima edizione della mostra, accompagnata dall’ottava Rassegna regionale dell’agroalimentare dedicata al comparto ovino, si è aperta venerdì ma solo ieri (sabato) è entrata nel vivo con il taglio del nastro fatto dall’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, a cui hanno partecipato il viceprefetto di Nuoro Vincenzo D’Angelo, il sindaco di Macomer, Antonio Onorato Succu, e il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci. La tre giorni di attività, che chiuderà domani, è stata organizzata dal Comune in collaborazione con l’Associazione provinciale allevatori (APA), con quella regionale (ARA) e nazionale (AIA). Per la Regione l’Agenzia Agris ha esposto numerose razze minacciate di abbandono: pecora nera di Arbus, asinello sardo, asinello dell’Asinara e bovini sardo-modicani.
“Per far fronte alla crisi che ha colpito il comparto, con il calo del prezzo del latte pagato ai pastori, abbiamo recuperato quasi 22milioni di euro tra risorse regionali e nazionali”. Lo ha detto Caria intervenendo all’incontro “Informazione e innovazione nell’allevamento ovino” a cui hanno partecipato i massimi esperti della filiera, tra cui i ricercatori di Agris. “Ci sono i 14 milioni inseriti in Finanziaria dal Consiglio regionale – ha spiegato l’assessore – destinati all’acquisto dei pecorini Dop prodotti in Sardegna e da dare agli indigenti. A questi si aggiungono altri 4,1 milioni messi a disposizione dal Governo, sempre per destinarli agli indigenti. C’è poi l’intervento nazionale sulla zootecnia che, su una dotazione complessiva di 6milioni di euro, assegna alla Sardegna circa 3,5milioni. Quest’ultimo intervento è dedicato all’accompagno delle pecore a fine carriere dove Agea (l’Agenzia per le erogazioni in Agricoltura), con una circolare firmata pochi giorni fa, ha portato il finanziamento da 15 a 30 euro a capo”. Caria ha poi ricordato che sulla gestione dei 14milioni regionali è stata coinvolta l’Organizzazione interprofessionale latte ovino sardo (Oilos), poiché soggetto rappresentativo della filiera. “È nostro obiettivo portare sollievo alle 11 mila aziende ovicaprine sarde – ha proseguito l’esponente della Giunta Pigliaru – che più di tutte stanno pagando il peso della crisi. Lo stiamo facendo in stretta collaborazione con le associazioni di categoria agricola e con tutti i portatori di interesse, compresi i pastori che fanno parte dell’Oilos”.
Sono state elaborate inoltre altre azioni come le misure di carattere finanziario con la riduzione dei tassi di interesse per le imprese di produzione e di trasformazione che si recano negli istituti di credito per avere liquidità. La Regione copre fino a 5mila euro degli interessi sui prestiti, che vanno restituiti entro 12 mesi. E poi interventi come il Pegno rotativo sui pecorini Dop, dove vengono messe a garanzia delle concessioni bancarie le forme di formaggio, così da impedirne la svendita per mancanza di liquidità. E infine il Pecorino bond, di classico carattere finanziario.
Il titolare dell’Agricoltura, prima di visitare gli stand e gli spazi dedicati agli animali, si è confrontato con una delegazione di lavoratori precari dell’ARA, che attendono da oltre un decennio una stabilizzazione e un inquadramento lavorativo. Caria li ha ascoltati invitandoli a breve per un incontro in assessorato con il collega del Personale, Filippo Spanu. A margine del convegno l’assessore ha poi parlato con alcuni pastori che, oltre alla questione del basso prezzo del latte, hanno descritto gli enormi problemi causati dal perdurare della siccità: carenza di pascoli e foraggi per la prossima stagione.
Al taglio del nastro era presente il vicepresidente della Regione Raffaele Paci. “Sono felice di partecipare a un appuntamento così importante per Macomer e per tutta la Sardegna. Stamattina abbiamo firmato un progetto per il Marghine che fa leva proprio sui punti di forza di questo territorio: l’ambiente, la natura, la cultura. Gli stessi che ritrovo qui in questa Fiera, che sono un patrimonio prezioso e assolutamente unico su cui puntare per rivitalizzare queste zone e creare le basi per garantire sviluppo, lavoro, occasioni di crescita. Qui alle mie spalle vedo un’immagine: ci sono un gregge di pecore, un nuraghe, il mare. Natura, cultura, agroalimentare, ambiente, attrattive enormi per il turismo. Abbiamo tutto: sta a noi riuscire a valorizzarlo”.
Il comparto. La Sardegna, con i suoi 3milioni di pecore, produce circa il 65% del latte ovino nazionale (in media negli ultimi 10 anni 300milioni di litri a stagione), mentre con le 280mila capre ci si attesta su circa il 43% del totale nazionale. Poco più della metà del latte ovino sardo viene trasformato in Pecorino Romano Dop, la più importante eccellenza dell’export nazionale del comparto, con una produzione che negli ultimi anni ha superato i 300mila quintali, ma con una forbice di sicurezza per la tenuta del mercato che non dovrebbe superare i 250mila quintali. In Sardegna sono poi presenti altri due marchi di eccellenza: le Dop del Pecorino sardo e del Fiore sardo.
Pagamenti agricoli. Dal primo gennaio 2017 a oggi sono stati mandati in pagamento, per agricoltori e pastori sardi, 60milioni 265mila e 770euro, mentre dal primo gennaio 2016 a oggi il totale dei premi liquidati in Sardegna è pari a 194milioni 755mila e 611euro. Questo ha permesso alla Sardegna di essere la quarta Regione d’Italia, dopo le province di Trento e Bolzano e la Regione Veneto, nella classifica delle Regioni più virtuose in tema di pagamenti agricoli.