Salone del libro, mancano i grandi editori: gongola l’editoria di nicchia
Nella conferenza stampa di stasera sarà tracciato un primo bilancio della manifestazione. Al di là delle cifre ufficiali, il trionfo è indiscutibile.
Ultimo appuntamento oggi al Salone del libro di Torino. Non c’è giornata in cui l’evento librario più importante d’Italia non confermi un successo di pubblico inaspettato, quasi sbalorditivo. Già si parla di un trionfo per quella che era stata ribattezzata “edizione dell’orgoglio”, dalla quale hanno disertato alcuni tra i più grandi editori nazionali. La loro assenza non ha tuttavia scalfito l’interesse della gente, anzi maggiormente motivata a scoprire le piccole grandi perle offerte dall’editoria di nicchia come quella sarda. È ancora presto per parlare di cifre ufficiali, che saranno presentate nel corso della conferenza stampa di stasera al Lingotto. Ma i ben informati parlano di incrementi fino al 20 per cento rispetto all’anno precedente, sia per gli ingressi che per le vendite. Numeri che decollano anche nel conteggio degli accessi alla metropolitana in direzione Lingotto: circa 170mila rispetto ai 130mila della media giornaliera. Al di là dei numeri sulla carta, la calca quotidiana tra i padiglioni è stata palpabile. Come inequivocabili sono state le estenuanti file ai cancelli per attraversare i controlli al metal detector, sfidando il sole e la pioggia.
Allo stand Sardegna allestito da Ras e Aes, la giornata di domenica è stata occasione per parlare in chiave inedita di Grazia Deledda, argomento mai inflazionato per una figura universale e senza tempo. Non uno, ma ben sei libri a tema sono stati presentati dalla Nemapress edizioni e dall’autrice Neria De Giovanni, che di volumi sulla Deledda ne ha scritto ben quattrodici. Nel percorso introdotto dalla De Giovanni, si individuano personaggi maschili messi a confronto con quelli femminili, dove l’eros scardina le differenze e le convenzioni sociali. Portatrici di quest’Eros sono le donne, che la spuntano anche su uomini balentes e di carattere importante. Le donne nei capolavori della Deledda hanno un aspetto fortemente autobiografico: sfidano la società sarda dell’Ottocento che le vorrebbe relegate a fare le donne di casa. De Giovanni ha tracciato una panoramica sugli scritti poco conosciuti perché non ambientati in Sardegna, ma a Roma, a Cervia e nella Bassa Padana. Di grande interesse per l’isola il primo volume della collana “Passeggiate letterarie” che introduce ai percorsi religiosi.
La quarta giornata è iniziata, per la sezione Tra isola e mondo, con la presentazione del libro “Il domatore” di Alberto Secci, edito dalla Domus De Janas, che dello stesso autore ha già pubblicato “Durcoe”. Assieme a Germana Buffetti e ad Alberto Mura, Secci ha parlato della problematicità del rapporto intergenerazionale. Un rapporto divergente e convergente che si esprime in particolar modo tra padre e figlio. Parte da qui la necessità della “doma”, che rappresenta il tentativo di estendere la propria volontà e il proprio dominio a chi ci sta intorno, anche a se stessi. Di notevole interesse è stato un volume sull’emigrazione sarda pubblicato da Aipsa ,“Fare l’America. Storie di emigrazione e racconti di vita dei sardi in Brasile”. In un confronto aperto con Marcello Tanca, l’autrice Silvia Aru ha esposto il suo viaggio verso Rio De Janeiro nel 2013 alla scoperta di migranti sardi, con l’obiettivo di raccogliere interviste sulla loro realtà singolare. Citando Nereide Rudas, Aru ha specificato che “l’emigrazione non nasce solo da un bisogno economico, ma soprattutto da un bisogno aperto di realizzazione”. I circoli sono un punto di riferimento per chi intende intraprendere questo percorso. Un ruolo fondamentale che tuttavia si sta perdendo rispetto al periodo storico. Le altre presentazioni della serata sono state “Di terre e di respiri”, Nor edizioni, in un dialogo dal tema “Oltre i confini dell’isola” in compagnia della coautrice Valeria Gentile e di Andrea Atzori. Quindi ultima presentazione della kermesse è stata “Lontano da te”, Arkadia editore, insieme all’autrice Romina Casagrande.