“Depuratori di Alghero e Sassari a rischio infrazione Ue”
Tore Piana lancia l'allarme: "Acque depurate non utilizzate in base alle finalità per cui ottennero il finanziamento"
Il 2017 oltre che segnare una gravissima annata di siccità mettendo in ginocchio l’agricoltura della Nurra e non solo, potrebbe essere anche l’anno della mazzata per le casse dei comuni di Sassari e Alghero, che potrebbero essere chiamate dalla Unione Europea a restituire i finanziamenti Europei ricevuti tramite il CIPE per la costruzione dei loro rispettivi depuratori.
I Fatti :
DEPURATORE COMUNALE DI SASSARI
Nel 2001 viene iniziato l’iter per la costruzione del nuovo depuratore comunale di Sassari con uno stanziamento pari a 29,8 milioni di euro in parte finanziati con fondi europei per il tramite del CIPE delinera 133/2002 e in parte cofinanziato dalla Regione Sardegna determinazione Ass. Ambiente n’ 1044/3maggio 2001. Il progetto era ed è finalizzato TASSATIVAMENTE a un riuso irriguo delle acque depurate, prevedendo lo sversamento totale delle acque depurate all’interno del bacino del CUGA, in quel momento gestito interamente dal Consorzio Di Bonifica della Nurra e dichiarato dalle norme regionali a solo uso agricolo. Il convogliamento delle acque reflue di sassari vengono assicurate attraverso una condotta ( già realizzata) che dalla borgata di Molafà ( Caniga) arriva sino al bacino del Cuga. Nel 2004 alle elezioni regionali , vince la maggioranza di centro sinistra a guida PD e viene eletto Presidente della Regione Renato Soru, che fra i suoi primi atti adotta una delibera della Giunta Regionale che dichiara il bacino del Cuga non più a solo scopo irriguo ma strategico multifunzionale con utilizzo di una piccolissima quantità di acqua per scopi civili alla città di Alghero. Togliendo la gestione al Consorzio di Bonifica della Nurra e affidandola al nuovo Ente Regionale delle acque da Soru Costituito ENAS. Rendendo così impossibile lo sversamento delle acque depurate di Sassari nel bacino del Cuga.
Nel contempo lo stesso Presidente della Regione Soru, adottava una ulteriore delibera Regionale che obbligava all’utilizzo delle acque reflue in Sardegna solo se miscelate al 50% con acque bianche grezze, unica regione in Italia ad adottare tale scellerata decisione. Si capisce così come la regione voglia impedire o meglio rendere impossibile l’utilizzo delle acque reflue in agricoltura e volendole utilizzare in minima parte solo quelle prodotte nei mesi estivi in quanto impedendo l’accumulo nei mesi invernali. Favorendo cosi lo sversamento direttamente a mare attraverso il Riu Mannu, pratica dannosa e combattuta in tutti gli stati, figuriamoci in una regione come la nostra Turistica che fa del mare una sua risorsa di attrazione turistica.
Questa decisione causa una soluzione ( sversamento a mare e non utilizzo per scopi agricoli) che non risponde assolutamente alle finalità del progetto e del finanziamento ottenuto dal comune di Sassari per il tramite di RAS e CIPE. Nel frattempo la Regione a Maggioranza Pigliaru si accorge delle grosse incongruenze e pare delle richieste di informazioni giunte dalla UE al Ministero delle politiche Agricole sull’esito dell’utilizzo delle acque reflue di Sassari, ed ecco che la stessa Regione cerca di corre ai ripari stanziando la somma di 3,1 milioni di euro a favore del Consorzio Di Bonifica della Nurra per realizzare un by-pass che consentisse di convogliare le acque depurate di Sassari direttamente nelle condotte irrigue, consentendo la loro miscelazione in un canale di Monte Baranta, Delibera Giunta Regionale 52 del 28/5/2015 , peccato che alla data odierna di quel finanziamento pare non sia arrivato neanche un euro nelle casse del Consorzio di Bonifica della Nurra e di quei lavori non sia stato realizzato nulla. Come mai? La Delibera serviva solamente come atto per bloccare un iter di infrazione da parte della UE? Siamo a oggi nel 2017 , anno di grave siccità ( il problema in questi anni non fu mai sollevato in quanto annate di piovosità hanno permesso di dimenticare la problematica) non piove da mesi con il Lago del Cuga ridotto a una pozzanghera, le irrigazioni vengono ridotte e il sistema agricolo entra in crisi, l’emergenza arriva tutta ed ecco che la Regione in fretta e furia stanzia la somma di circa 600 mila euro al Consorzio di Bonifica della Nurra per l’attivazione di alcuni pozzi che producono quantità irrisorie di acqua per scopi agricoli, dimenticando il vero problema, nel frattempo le organizzazioni di categoria degli agricoltori si fanno, giustamente promotrici di richieste di stati di calamità e risarcimento agli stessi, finanziamenti che dovranno passare all’approvazione della UE che pare in queste settimane abbia avviato una procedura di Infrazione per il depuratore di Sassari con richiesta per il momento al Ministero sia dell’Ambiente che delle politiche agricole, che se confermata darebbe un colpo mortale alle casse comunali di Sassari aprendo un contenzioso dagli esiti incerti.
DEPURATORE DI ALGHERO
Stesso Iter ha seguito il finanziamento del depuratore comunale di Alghero di San Marco, costruito successivamente a quello di Sassari ed entrato in esercizio nel 2009, dove l’utilizzo delle acque depurate in agricoltura non sono mai entrate a reggime determinando un costante sversamento nel rio Barca e quindi nello stagno Calich, con tutti i disastri che ne stanno conseguendo.
Tutto ciò specificato e che alla data odierna anche per Alghero, pare che non sia stata rispettata la finalità con cui fu ottenuto il finanziamento per la costruzione del depuratore comunale, con pericolo di Infrazione, anche qui da parte dell’UE e conseguente restituzione del finanziamento stesso.
Ammonterebbero a circa 35 milioni le somme a rischio di restituzione , fra le due amministrazioni comunali di Sassari e Alghero, afferma Tore Piana responsabile di Italia Attiva, che oltre al danno si aggiungerebbe la beffa”
Oggi Alghero viene alimentata quasi totalmente dall’acqua per uso domestico e civile dalle condotte provenienti dal Coghinas e solo una piccolissima parte dal bacino del Cuga, cosa fare e come risolvere il problema? Italia Attiva e Tore Piana individuano due soluzioni, una immediata e una a medio periodo
1 ) prima soluzione quella di Ri dichiarare il bacino del Cuga per soli usi agricoli da parte della Regione e convogliare le acque reflue di Sassari e Alghero nel bacino per dodici mesi l’anno utilizzandole cosi per scopi agricoli come da progetti iniziali, si potrebbe cosi garantire l’acqua per l’agricoltura costantemente, si risolverebbe il problema dell’attropizzazzione del Calik e dell’acqua gialla ad Alghero, si metterebbero al ripara dal rischio della restituzione dei finanziamenti Sassari e Alghero.
2) seconda soluzione, quella di progettare e costruire in breve tempo un nuovo bacino di accumulo, capiente da accogliere per 12 mesi le acque depurate di Sassari e Alghero e essere utilizzate 12 mesi all’anno in agricoltura, bloccando cosi anche in questo caso l’istruttoria di infrazione UE e le conseguenze economico-ambientali.
In entrambi i casi il problema deve essere affrontato e risolto in tempi brevissimi, afferma Tore Piana altrimenti i danni causati saranno molteplici e tutti di gravissima portata.
Tore Piana (Italia Attiva)